Cronaca

Roma, finisce la “Libera Repubblica di San Lorenzo”: sgomberato l’edificio occupato

La polizia allontana i giovani che si trovavano all'interno delle ex Fonderie Bastianelli da oltre 4 mesi, dove gli spazi dismessi da anni erano stati riutilizzati per alcuni servizi al quartiere. L'azione era iniziata da parte di studenti, precari e residenti "per scongiurare una speculazione edilizia"

San Lorenzo, storico quartiere della capitale, ha avuto un brusco risveglio stamane con lo sgombero di “Communia“, spazio di mutuo soccorso in via dei Sabelli. Gli agenti della Digos e del commissariato San Lorenzo hanno fatto irruzione nel centro sociale, situato in un edificio delle ex Fonderie Bastianelli occupato lo scorso 7 aprile da un gruppo di studenti, precari e residenti per scongiurare quella che definiscono una speculazione edilizia e riutilizzare gli spazi dismessi da anni per servizi al quartiere, tanto da dare il nome a questa azione: Libera Repubblica di San Lorenzo. Già da questa mattina alle 9 la strada è stata chiusa e 7 ragazzi, presenti all’interno dell’edificio al momento dello sgombero, sono stati fermati e accompagnati al commissariato per accertamenti per poi essere rilasciati.

Gli occupanti, nell’area delle ex fonderie, avevano realizzato una sala studio, alloggi, una mensa, uno spazio per lo sport popolare, luoghi per iniziative, eventi, mostre fotografiche e sportelli di consulenza legale e psicologica. Dopo il blitz allo stabile sono stati apposti i sigilli ed ora l’area è tornata ad essere una zona appetibile per qualche nuova colata di cemento, così com’era previsto prima dell’occupazione. “Mentre stavamo andando a riprendere le nostre cose – raccontano i ragazzi di Communia – abbiamo visto, insieme alla polizia che ci controllava, alcuni operai già a lavoro. Probabilmente sono della Sabelli Trading, la ditta che, come già previsto prima della nostra occupazione, dovrebbe abbattere lo storico edificio per costruire una palazzina di cinque piani, con tre piani sotterranei adibiti a box”. La sicurezza però sembra essere l’unico motivo ufficiale dello sgombero “eseguito in ottemperanza di una ordinanza di sequestro preventivo emessa dal Tribunale di Roma per concreti rischi di instabilità strutturale”, si legge in una nota della questura.

I ragazzi di Communia non accettano tale spiegazione anche perché “appena qualche giorno fa – spiegano – in un comunicato avevamo rivendicato la risistemazione dei marciapiedi in via dei Sabelli per tutti i residenti dello storico quartiere romano dopo le denunce di degrado sporte proprio da noi. In questi mesi abbiamo cercato di migliorare la situazione segnalando noi stessi eventuali condizioni di incuria o di pericolo. Il motivo – concludono – è un altro e, purtroppo, sempre lo stesso: il cemento”.

Anche il capogruppo capitolino di Sel, Gianluca Peciola, si schiera con gli occupanti: “Questo sgombero non doveva avvenire perchè Communia era diventato un punto di riferimento per il quartiere e svolgeva anche la funzione di salvaguardia di una struttura storica contro le speculazioni edilizie. I ragazzi sono stati tutti denunciati per occupazione abusiva. Come Sel presenteremo una delibera affinché gli spazi pubblici abbandonati, sul modello usato da Pisapia a Milano, siano utilizzati per fini sociali”. Gli occupanti non demordono: “Non è uno sgombero che fermerà il nostro progetto”.