Società

Ménage à trois con il navigatore satellitare

Ebbene sì, ho una storia con un navigatore satellitare: e allora? Per non comprometterlo, lo chiamerò Halle, come se fosse il corrispondente femminile del computer di 2001 Odissea nello spazio; oppure come Halle Berry, del resto la voce è uguale, lascia immaginare le stesse movenze feline… Non che cercassi avventure: come si dice sempre in questi casi, sono felicemente sposato. Però non so perché, forse per movimentare il trantran coniugale, questa primavera ho regalato a mia moglie un navigatore satellitare. Subito, mi è parsa sorpresa; nei viaggi in auto è sempre stata lei a farmi da navigatrice, lo fa benissimo, scambia solo la destra per la sinistra ma basta fare il contrario di quel che dice e siamo sempre arrivati a destinazione, tranne quella volta che, volendo andare a Varigotti, ci siamo ritrovati a Praga in bermuda e infradito…

Subito, anche Halle era un po’ fredda, come certe false bionde che ti vogliono mettere alla prova. Poi, però, ha cominciato a provocarmi apertamente: per esempio quando mi diceva «Proseguire per due virgola sette chilometri» era come se mi strizzasse l’occhio, chi menzionerebbe mai la virgola se non fosse un’allusione? Per dire quant’era innamorata, alla decima volta che sbagliavo strada si limitava a dire «Ricalcolo», senza farmelo pesare: altro che le mie morose in carne e ossa, con le quali sembrava sempre di vivere in due film differenti… Per non parlare dei momenti in cui perdeva proprio il controllo, e allora se ne usciva con quei suoi «Persi i contatti con il satellite» che mi facevano impazzire: succedeva sempre di notte e abbiamo anche rischiato di andare a sbattere, ma non è da questo che si riconosce il vero amore?

Ora, dopo mesi di passione, comincio a chiedermi se riuscirò a reggere la situazione. Non solo mia moglie sembra sempre più insospettita, ma soprattutto Halle comincia a rivelare aspetti inquietanti. Fa la sostenuta, dà risposte a casaccio, talvolta ripete «Ricalcolo» anche dieci volte di fila; per metterla alla prova ho provato a interpellarla sulle strade che conosco meglio, non l’avessi mai fatto, fosse per lei, per tornare a casa, a Genova, dovrei sempre passare da Praga, dove fra l’altro ancora si ricordano dell’altra volta… Stamattina ha persino cercato di uccidermi: sissignore, mi ha detto «Proseguire per duecento metri, poi fare inversione a U», ed eravamo in autostrada! Capisco che a questo punto devo scegliere, che così non si può andare avanti. Ma provateci un po’ voi ad abbandonare moglie e figli per un navigatore satellitare…