Politica

Famiglia Cristiana : “La grazia a Berlusconi minerebbe credibilità di Napolitano”

In un editoriale il direttore del settimanale cattolico scrive che "non si può pretendere dal Colle un segnale o un 'salvacondotto' che minano l’uguaglianza di tutti i cittadini". Sì, invece, al governo Letta, per cui "al momento non ci sono alternative". Ma basta "trame e intrighi per tirare a campare"

Famiglia cristiana contro la grazia a Berlusconi. Antonio Sciortino prende una posizione netta, nel pomeriggio in cui il Quirinale dovrebbe rispondere alle richieste avanzate dal Pdl, che domanda al Colle di garantire l'”agibilità” politica del suo leader, Silvio Berlusconi, nonostante la condanna a 4 anni di carcere nell’ambito del processo Mediaset. “Non si può pretendere dal Colle un segnale o un ‘salvacondotto‘ che minano l’uguaglianza di tutti i cittadini. Ne andrebbero di mezzo la credibilità e,ancor più, il prestigio di un presidente amato e stimato da tutti per essere stato, in questi turbolenti anni, un vero baluardo delle istituzioni e della democrazia in Italia”, scrive il direttore del settimanale cattolico.

Grazia no, dunque, ma governo sì. Sciortino, infatti, auspica che l’esecutivo guidato da Enrico Letta possa andare avanti nella sua azione. Anche perché – si legge nell’editoriale del direttore – “al momento, l'”innaturale” governo Letta non ha alternative, è una strada obbligata dalle circostanze. Comunque, un’opportunità da sfruttare al meglio”. Famiglia Cristiana, però, chiede al governo di fare un salto di qualità nella sua azione politica: “Più che continuare a scansare trame e intrighi per ‘tirare a campare’, sarebbe bene che il ‘temporeggiatore‘ Letta spingesse l’acceleratore su alcuni provvedimenti necessari per il bene di tutti, fino alla guida italiana del semestre europeo, per evitare al Paese ulteriore discredito internazionale. Per poi dare la parola ai cittadini con una nuova legge elettorale“.

“Ai partiti, nel frattempo, è richiesto il massimo di responsabilità, senza inutili impuntature, se davvero sta a cuore il bene del Paese, come continuano a dire, ma con scarsa credibilità”, aggiunge il direttore Sciortino, che fa appello al senso di responsabilità di entrambi i grandi partiti che danno vita al governo. “Per il Pdl si tratterebbe di capire che una storia politica è finita per sempre, nonostante i disperati tentativi di rianimazione e di ritorno al passato. Sarebbe tempo, invece, di voltare pagina e pensare al dopo Berlusconi, prima che la destra si sfaldi del tutto. Il Pd, da parte sua, deve dimostrare di non essere un’armata Brancaleone, litigiosa e inconcludente, tra surreali dibattiti su congressi, regole, date e candidati, mentre il Paese affonda tra mille problemi. E un partito che confonde le primarie con le politiche, alla ricerca infinita di un vero leader, da delegittimare un minuto dopo averlo eletto”.

Non è la prima volta che il settimanale cattolico si schiera apertamente contro il Pdl ed il suo leader. L’ultimo scontro risale a poche settimane fa, quando don Sciortino aveva definito “vergognose” le critiche rivolte al Papa in merito alle sue parole sul dramma degli immigrati a Lampedusa. Di ben altra entità, invece, gli attacchi nei confronti di Berlusconi nel corso dello scandalo Ruby, quando Famiglia Cristiana aveva parlato del leader del Pdl come di un uomo “malato” che “suscita tristezza civile e pietà umana”.