Cronaca

Roma, l’accusa dei Muse: “Pagate tangenti per i fuochi d’artificio all’Olimpico”

Il tabloid The Sun ha pubblicato la denuncia di Matthew Bellamy, frontman del gruppo, su quanto accaduto all'ultimo concerto nella Capitale. Il cantante ha spiegato che la band ha dovuto chiamare l’ambasciata inglese per risolvere i problemi organizzativi

“A Roma abbiamo dovuto corrompere della gente con migliaia di euro solo per essere autorizzati a sparare i nostri fuochi d’artificio“. A lanciare l’accusa è Matthew Bellamy, frontman dei Muse, riferendosi al concerto tenuto lo scorso 6 luglio allo stadio Olimpico nella Capitale.

“Abbiamo dovuto chiamare l’ambasciata inglese e discutere con dei diplomatici”, ha detto il cantante in un’intervista col tabloid The Sun, spiegando che “quando vuoi fare una cosa simile e sei lontano da casa è una cosa grossa. Molto costoso. A dirla tutta, è incredibile quanto sia costoso”.

Per ottenere i permessi bisogna seguire una lunga trafila burocratica, e per questo la band si è affidata ad avvocati e commercialisti inviati sul posto in avanscoperta per trattare con le autorità locali. “Ci sono problemi dovunque si va”, ha ammesso Bellamy, spiegando che per questo “abbiamo commercialisti e avvocati che discutono con ogni genere di amministrazione locale, con la polizia, con i promoter”.