Politica

Referendum, Radicali cacciati dal Viminale

Questa mattina una delegazione dei Radicali ha manifestato davanti al Viminale. Vogliono una risposta alla lettera del 5 luglio inviata al ministro Angelino Alfano, con cui si denunciano i rischi per la raccolta firme a causa del fatto che “le Istituzioni non garantiscono un adeguato servizio pubblico di autenticazione delle firme dei cittadini, impedendo o limitando in molte città la raccolta delle 500mila firme necessarie per i referendum“. Tra le richieste avanzate al ministero dell’Interno quella di informare e sensibilizzare le centinaia di migliaia di funzionari e di amministratori locali del loro essere potenziali autenticatori, nonché l’informazione ai cittadini, attraverso i siti istituzionali dei Comuni e i telegiornali della Rai, della possibilità di firmare presso le segreterie comunali. Mario Staderini, segretario e tesoriere di Radicali italiani: “Dopo 20 giorni senza una risposta, con molte città italiane dove ai cittadini è impedito di firmare in luoghi pubblici perché mancano autenticatori disponibili, chiediamo e continueremo a chiedere fino ad ottenere una risposta al Viminale quali provvedimenti intende assumere e rimarremo in piazza ad attendere la risposta, tenendo in mano i moduli e le penne che attendono gli autenticatori per raccogliere le firme secondo legge”. Gli attivisti radicali poco dopo sono stati allontanati da Piazza del Viminale, dove è stato negato di manifestare dai funzionari del ministero  di Manolo Lanaro