Cronaca

Ilva, Bondi fa dietrofront: “Mai detto che il tabacco fa più male delle emissioni”

Il commissario straordinario interviene dopo le polemiche scaturite dalla divulgazione della nota in cui si nega la connessione fra tumori e emissioni nocive. "Solo un parere precedente al commissariamento - spiega Bondi -, gli impatti sanitari sono già emersi in sede scientifica e giudiziaria"

“Non ho mai detto, né scritto che ‘il tabacco fa più male delle emissioni dell’Ilva’, come risulta precisato solo da alcuni giornali“. Lo puntualizza il commissario di Governo per l’Ilva, Enrico Bondi, che sembra fare marcia indietro rispetto al contenuto della lettera da lui inviata al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, in cui si nega una connessione tra i veleni dell’Ilva e l’alta percentuale di tumori a Taranto, attribuendo le cause di quest’ultima ad altri fattori, come il tabagismo e l’alcolismo. In seguito alle polemiche scaturite ieri dalla divulgazione della nota, Bondi, ex amministratore delegato dell’azienda e ora commissario straordinario, specifica che le emissioni inquinanti dello stabilimento Ilva di Taranto “hanno, a quanto risulta da indagini svolte in sede scientifica e dagli accertamenti disposti della magistratura, avuto rilevanti impatti anche sanitari“. Del resto, ricorda, “sono stato chiamato, con un decreto legge che non ha precedenti in Italia, ad assicurare l’attuazione delle prescrizioni dell’Autorizzazione ambientale integrata e di altre misure di risanamento ambientale perchè la preoccupazione per tale stabilimento rimane alta”.

La spiegazione del contenuto della lettera che tanto ha fatto discutere, allora, è la seguente: in un procedimento, avviato ben prima del commissariamento – afferma Bondi -, “è stato richiesto dalla Regione Puglia un parere all’Ilva su un’ipotesi di valutazione del danno sanitario. L’Ilva ha affidato l’elaborazione di tale parere a quattro docenti universitari. Ho ritenuto doveroso inoltrare tale parere, nel testo che mi era stato trasmesso, come contributo al procedimento avviato dalla Regione Puglia: tale parere tecnico non ha ovviamente alcuna incidenza né sulle iniziative ambientali in corso, né sul Piano di risanamento ambientale dell’Ilva che è in elaborazione e che terrà conto sia dei rischi ambientali che di quelli sanitari”. Tale piano “è già impegnativo e richiede un quadro di riferimento certo e, possibilmente, un clima di lavoro e di collaborazione fra tutti i livelli istituzionali, indispensabile per fare dell’Ilva di Taranto uno degli stabilimenti più rispettosi dell’ambiente d’Europa”.