Giustizia & Impunità

Elezioni Sicilia, posti di lavoro in cambio di voti: indagati Lombardo e il figlio “Toti”

La Procura di Catania iscrive nel registro degli indagati l'ex governatore e il rampollo ora deputato dell'Ars. L'ex presidente nega gli addebiti ma dichiara: "Ho premiato un mio fedele sostenitore" che per l'accusa fu assunto grazie al politico. L'ex presidente è sotto processo per concorso esterno

Di padre in figlio, la famiglia Lombardo continua a riempire le pagine di cronaca giudiziaria. Mentre a Catania continua ad andare avanti il processo che vede Raffaele Lombardo imputato di concorso esterno a Cosa Nostra, la stessa procura etnea ha diramato in mattinata un breve comunicato stampa. Cinque righe per rendere nota la conclusione delle indagini di un’altra inchiesta che punta i riflettori sull’ex governatore della Sicilia. Questa volta nel registro degli indagati il nome di Lombardo senior è accompagnato da quello del figlio, Toti Lombardo, il rampollo ventiquattrenne che l’ex presidente ha fatto eleggere deputato all’Assemblea Regionale Siciliana. Le elezioni regionali dello scorso ottobre però sarebbero state inquinate da logiche clientelari. Ed è per questo che la procura catanese indaga Raffaele e Toti Lombardo per voto di scambio: pur di garantire l’elezione del giovane Lombardo, sarebbero stati promessi dei posti di lavoro

L’inchiesta è partita dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano D’Aquino. Nell’estate del 2012, alla vigilia delle elezioni regionali, D’Aquino aveva raccontato agli inquirenti come uno dei settori caldi della campagna elettorale fosse l’ambiente della raccolta rifiuti: sarebbero quelli i posti di lavoro promessi dai Lombardo in cambio di voti. Durante tutta la campagna elettorale la squadra mobile di Catania ha continuato le indagini, documentando le promesse fatte dalla famiglia Lombardo a tre “raccoglitori” di preferenze: si chiamano Giuseppe Giuffrida, Ernesto Privitera e Angelo Marino, tutti indagati insieme a Raffaele e Toti Lombardo.

Le indagini degli inquirenti sono andate avanti anche dopo l’elezione con quasi diecimila preferenze di Lombardo junior al Parlamento Regionale. E il 18 marzo del 2013 è arrivata l’effettiva assunzione di Giuseppe Giuffrida nella Nettezza Urbana, come promesso dai Lombardo in campagna elettorale. Raffaele e Toti Lombardo sono stati già convocati in procura e hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. 

L’estate scorsa aveva fatto particolare clamore la candidatura del giovane Lombardo, annunciata pochi giorni dopo le dimissioni del padre da governatore. “Non chiamatemi trota, al massimo pescespada o tonno” aveva esordito Lombardo junior, scherzando sugli inevitabili accostamenti con Renzo Bossi. Un incarico pesante quello di Lombardo Junior, a cui spesso è stato rinfacciato di essere un raccomandato. “Per la mentalità che abbiamo qui – replicava lui – è difficile che una persona da sé possa avere dei meriti. O anche delle colpe”. In campagna elettorale il giovane Lombardo aveva anche regalato ai cronisti la sua visione di clientelismo. “Il malcostume del clientelismo è stato trapiantato in questa terra almeno 2000 anni fa. Io credo che sia il momento di annientare i meccanismi clientelari, che sono stati usati fino ad oggi per creare consenso. È una sorta di schiavismo che subisce la gente nei confronti della classe dirigente”. Esattamente le stesse dinamiche per cui oggi lo indaga la procura di Catania.

“Nessuno scambio, nessuna interessata conversione, dimostrerò ampiamente la mia innocenza. Sono rammaricato per questo avviso di conclusione indagini anche perché si sarebbe potuto agevolmente accertare che Privitera è un mio sostenitore da prima di nascere, nel senso che suo padre appoggiò mio padre alle comunali del 1970 e lui è stato sempre ed ininterrottamente impegnato al mio fianco. Nessuno scambio, nessuna interessata conversione. D’altronde nei lunghi anni del mio impegno pubblico – ha aggiunto l’ex presidente della Regione – non ho mai subordinato alcuno dei miei molteplici interventi all’ottenimento di una qualsiasi contropartita, cosa che intendo ampiamente provare”.

“Certo, da cittadino e da elettore – ha concluso Lombardo – una soddisfazione voglio esprimerla: se cioè all’esito delle complesse indagini si sono rivelate infondate le voci circa cambi di partito e di candidati legati all’elargizione di assunzioni, di somme di denaro, o anche di prestazioni di varia natura. Ho premiato un mio fedele sostenitore, ho avuto delle opportinità di lavoro, e le ho offerte ad amici preziosi”. 

@pipitone87