Economia & Lobby

L’Eni non bada a spese per l’informazione. La sua agenzia di stampa perde 1,8 milioni

Si fa largo Gianni Di Giovanni, da sette anni impegnato a difendere gli interessi del gruppo petrolifero, nominato amministratore delegato dell'Agi. La presenza del Cane a sei zampe è quindi sempre più ingombrante, mentre viene lanciato un servizio dedicato al Medio Oriente. Luci e ombre sui rapporti con il governo

Conti in rosso e una presenza dell’Eni sempre più ingombrante. L’Agenzia giornalistica Italia (Agi), controllata al 100% dal gruppo petrolifero, ha registrato una perdita da 1,8 milioni di euro nel 2012, mentre nel 2011 aveva incassto 914mila euro di utili. Si fa largo, intanto, Gianni Di Giovanni, da sette anni impegnato a difendere gli interessi del Cane a sei zampe come direttore della comunicazione esterna, nominato nei giorni scorsi amministratore delegato dell’agenzia di informazione, che fornisce ogni giorno notizie economiche, politiche e di cronaca ai principali quotidiano italiani, della quale era presidente.

Carica, quest’ultima, che passa a un altro uomo proveniente dall’Eni: Massimo Mondazzi, direttore finanziario del gruppo. Di Giovanni ha lavorato per anni al fianco dell’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, e di Stefano Lucchini, direttore relazioni internazionali e comunicazione del gruppo, con cui ha appena scritto un libro, “La casa di vetro”, presentato nei giorni scorsi, che tratta proprio il tema della comunicazione aziendale.

Il cambio al vertice dell’agenzia diretta da Roberto Iadicicco, ex portavoce del ministro della Sanità del secondo governo Berlusconi, Girolamo Sirchia, coincide quindi con la svolta negativa del bilancio. All’interno del quale si spiega che “la copertura della perdita avverrà mediante riduzione, per pari importo, della riserva per copertura perdite che ammonta a 2,82 milioni”, riducendo tale voce a poco più di 1 milione. Analizzando i ricavi, calati da 40,62 a 38,89 milioni, spicca il fatto che tutte le voci sono scese o rimaste invariate, tranne due: i ricavi per le attività editoriali, in larga parte realizzate per Eni, passati da 14,07 a 14,25 milioni, e le entrate per pubblicità e sponsorizzazioni, salite da 963mila euro a 1,18 milioni. I ricavi legati alla pubblicità sono infatti cresciuti del 23%, grazie principalmente “all’incremento della raccolta pubblicitaria effettuata sul portale Agi”, dove c’è sempre spazio per un banner dedicato al gruppo petrolifero.

La relazione sulla gestione spiega poi che i ricavi verso Eni hanno registrato un calo del 4%, ma la diminuzione di attività richieste per il web dal Cane a sei zampe e l’abolizione del prodotto Oil book sono state compensate “dall’incremento dei servizi di informazione internazionali e dalle attività di comunicazione interna“. Luci e ombre, poi, per quanto riguarda i rapporti con il governo. Il contratto dell’agenzia con la presidenza del Consiglio dei ministri nel 2012 ha registrato una contrazione del 10% (pari a 972mila euro), riducendo il numero delle postazioni territoriali. Il documento precisa però, poche pagine più avanti, che “il contratto con la presidenza del Consiglio dei ministri firmato per il 2013 ha registrato una riduzione notevolmente inferiore a quella annunciata dal dipartimento dell’Editoria”.

Nel mese di febbraio l’Agi ha inoltre firmato un contratto con la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero degli Affari esteri per la realizzazione di una rassegna dei principali organi di stampa egiziani. L’agenzia di stampa ha d’altronde deciso di puntare sull’Egitto, Paese cruciale per gli affari dell’Eni, dove il gruppo italiano è tra i principali operatori petroliferi. La relazione sulla gestione annuncia infatti che “è diventato operativo il servizio di informazione Agi-Medio Oriente che mette a disposizione degli utenti informazioni e approfondimenti sull’evoluzione istituzionale, politica, economica e sociale dell’area”.

Riceviamo e pubblichiamo una “lettera di precisazione sull’articolo”:

Gentile Direttore,
in relazione all’articolo pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano dal titolo “L’Eni non bada a spese per l’informazione. La sua agenzia di stampa perde 1,8 milioni”, a firma di Francesco Tamburini, le informazioni da voi pubblicate sulla perdita di bilancio di Agi sono incomplete. Come potete leggere sul bilancio di Agi, se si esclude la svalutazione delle imposte anticipate, credito di bilancio che Agi ha trasferito a Eni avendo aderito al suo consolidato fiscale, la perdita complessiva ammonta a 381 mila euro.
Per correttezza di informazione, le chiederei di pubblicare questa nostra precisazione.

Cordialmente
Erika Mandraffino
Eni – Senior Vice President Media Relations