Politica

Renzi a Letta: “I piccoli passi non bastano”. Poi pressa il Pd sulle regole

Il sindaco di Firenze in un'intervista al tedesco Frankfurt Allgemeine Zeitung rivela di aver intenzione di lasciare Palazzo Vecchio solo "per cambiare l'Italia" con la candidatura a premier. Giustizia? "C'è da riformare quella civile, basta parlare dei processi di Berlusconi". E sul premier: "E' pragmatico e non rivoluzionario"

Chi vince le primarie deve essere il candidato alla presidenza del Consiglio. Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha le idee chiare: lascerà Palazzo Vecchio solo “per cambiare l’Italia”. Quindi non ha un grande interesse per cambiare il Partito Democratico. E’ pronto ad accettare una sfida per cambiare il Paese. L’ex rottamatore parla con il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung: “La sfida più grande – dichiara – sarebbe certamente la posizione di premier e per questo diventa importante il partito. Chi vince le primarie aperte dovrebbe essere il candidato a guidare il Governo. Certo, non vorrei diventare capo del Pd per cambiare il partito, ma per cambiare l’Italia”.

Nell’intervista si parla anche di giustizia e di Berlusconi, inevitabilmente, dopo la nuova offensiva del Cavaliere e la condanna di quest’ultimo nel processo Ruby. Ma la risposta di Renzi sembra la stessa che ripete da alcune settimane il presidente del Consiglio Enrico Letta: “Noi abbiamo bisogno di processi civili veloci ed efficienti” e invece “sulla giustizia, parliamo solo dei processi di Silvio Berlusconi”. Per il sindaco di Firenze, invece, è “più importante che una procedura per far rientrar un credito dura quattro volte il tempo di quanto ci vuole in Germania, e il fatto che così vengono alienati investitori stranieri”.

A proposito di Letta: Renzi cerca ancora una volta di pungolare il governo delle larghe intese. “Letta – spiega – è un amico, solido, abile, competente ed è un grande europeista. Tutto quello che fa è pragmatico e non rivoluzionario”. Tuttavia sottolinea che “nella nostra situazione i piccoli passi non bastano”.

Infine pronuncia parole di speranza sulla situazione economica dell’Italia, che in futuro, “quando il problema del deficit sarà superato, avrà un ruolo più forte della Francia, dove la crisi peggiorerà ancora”. Il problema del debito non deve essere risolto “perché  lo chiede la signora Merkel“, ma perché obbligati a farlo di fronte agli italiani del futuro”. Poi aggiunge: “Finora la Germania per noi è ancora un modello, ma presto si andrà avanti insieme”.  Gli imprenditori italiani, continua, “sono in grado di competere con i tedeschi” e “l’Italia rappresenta il Paese decisivo sul fronte delle sfide europee”. Renzi è convinto che la stessa Germania “ha interesse che l’Italia sia nel team dell’Ue” e che “fino ad oggi l’Italia era in stagnazione perchè i politici fungono da tappo”: uno dei primi passi da fare è la riforma della burocrazia” per la quale “da sindaco mi vergogno”.