Politica

Beppe Grillo contro i giornalisti: “Non possono infestare Camera e Senato”

Il leader del Movimento 5 Stelle attacca i lavoratori della carta stampata e li definisce "folle di gossippari e pennivendoli". Comincia citando il Vangelo e chiude con un doppio "fanculo" rivolto ai professionisti: "Per un'intervista chiedano un appuntamento, come si usa tra persone civili, non bracchino i parlamentari per le scale o al cesso"

L’attacco è ancora una volta ai giornalisti. Beppe Grillo sul blog se la prende con la stampa e si lascia andare all’ennesima presa di posizione contro gli addetti ai lavori, chiamandoli “folle di gossippari e pennivendoli“. Comincia citando il Vangelo secondo Giovanni e la scena di Gesù che arriva al Tempio e trova i mercanti. E poi continua: “Il Parlamento è il luogo più sacro, di una sacralità profana, della Repubblica Italiana, ma è sconsacrato ogni secondo, ogni minuto, frequentato impunemente, spesso senza segni di riconoscimento, da folle di gossipari e pennivendoli dei quotidiani alla ricerca della parola sbagliata, del titolo scandalistico, del sussurro captato dietro a una porta chiusa. Qualche deputato li scambia talvolta per colleghi e parla, parla per ritrovare sul giornale quella che credeva una conversazione privata. Mercanti di parole rubate”.

Persone che origliano discorsi e che attendono la mossa sbagliata per rovinare i parlamentari a 5 Stelle. Così almeno vengono raccontati da Beppe Grillo sul blog. “Taci, il giornalista ti ascolta! Si nascondono ovunque. L’unica difesa è il silenzio, il linguaggio dei segni. I giornalisti non possono infestare Camera e Senato e muoversi a loro piacimento. Vanno disciplinati in spazi appositi, esterni al Palazzo. Per un’intervista chiedano un appuntamento, come si usa tra persone civili, non bracchino i parlamentari per le scale o al cesso. All’ingresso di Montecitorio e di Palazzo Madama va posto un cartello “No gossip. Il Parlamento non è un bordello.”

E chiude con una filastrocca dai toni duri: “Sapessi com’è strano fare il deputato nel Parlamento romano. All’ingresso o in ascensore, anche all’urinatoio con il microfono nel taschino c’è sempre un giornalista senza tesserino. Senza fiori senza verde, senza cielo, senza niente, senza controlli, tra la gente, tanta gente. Sapessi com’è strano darsi appuntamento alla buvette con qualcuno che ti ascolta nascosto tra la gente per scrivere del niente. Eppure, in questo posto impossibile io gli ho detto ‘fanculo’ tu gli hai detto ‘fanculo’ tra la gente”.
 
 

La notizia dell’ennesimo attacco di Beppe Grillo ai giornalisti sul suo blog irrompe nel corso di una conferenza stampa del M5S a Montecitorio: i deputati Laura Castelli, Mattia Fantinato, Carla Ruocco stanno illustrando le loro proposte in campo fiscale ma le parole al vetriolo di Grillo non possono essere ignorate. Ne scaturisce un lungo ‘botta e rispostà tra i cronisti e i parlamentari ‘pentastellatì. Ne nasce un parapiglia. Per i parlamentari del M5S si tratta di “domande fatte per oscurare il lavoro fatto in Parlamento”. 
Laura Castelli continua: “Grillo, come noi, chiede che i giornalisti stiano nei luoghi deputati a fare informazione e non a origliare dietro le porte dei bagni. Tutte le volte che ci siamo sentiti in imbarazzo di fronte ai vostri comportamenti ci siamo rivolti agli organi che organizzano il vostro lavoro”.