Politica

Meno soldi e una donna al comando: addio Pdl, Berlusconi torna a Forza Italia

Dopo la debacle dei ballottaggi, il Cavaliere vuole ritornare all'antico: vecchio nome, ma nuovi assetti organizzativi e spending review dei costi. Addio sede di via dell'Umiltà, via i coordinatori regionali: al loro posto imprenditori radicati nel territorio per trovare risorse. E al vertice Daniela Santanchè

Un vero assetto da battaglia. Prima un prevertice ristretto, poi un vertice notturno allargato ai notabili Verdini, Santanchè, Bondi. Nella residenza romana di Silvio Berlusconi da ieri pomeriggio è stato un susseguirsi di incontri, dopo un’assenza prolungata e all’indomani di una sconfitta bruciante ai ballottaggi di domenica e lunedì. Tutti a pendere dalle labbra di Silvio, attendendo cioè che il Cavaliere dicesse qualcosa sul futuro del partito. E lui, si sa, ha un debole per il ritorno a Forza Italia. Il ‘cerchio magico’ della pancia pidiellina, composto dai falchi di sempre, alla fine gli ha strappato la promessa, suggerendogli di tornare a quel simbolo che tanto gli è caro. Le colombe – che fanno innervosire Verdini tutte le volte che aprono bocca – al contrario lo tiravano per la giacca invitandolo a non fare salti indietro. Tutti, comunque, alla fine hanno convenuto con il Cavaliere: serve un rilancio immediato dell’azione politica del partito e servono, soprattutto, facce nuove.

E’ ormai mattina quando Daniela Santanchè si lascia andare ad una confidenza: “Berlusconi è molto tonico, sa quel che vuole. E’ che le sollecitazioni sono tante, così come gli appetiti e la voglia di riscatto; c’è ancora molto lavoro da fare ma sì, Forza Italia è nel suo cuore, andiamo avanti con l’obiettivo di rifondare un partito forte, che emozioni anche la nostra base come noi quando pronunciamo quel nome…” 

Riecco Forza Italia, dunque. Il Cavaliere ne è convinto. Durante il vertice di ieri notte, finito alle due e mezza, Berlusconi ha confermato ai presenti la decisione di cambiare sede: a fine giugno scade il contratto di affitto per l’immobile di via dell’Umiltà, i soldi scarseggiano – avrebbe ribadito l’ex premier – e c’è la necessità di stringere la cinghia. Da qui la decisione di trasferirsi in una sede più ‘economica’. Il luogo prescelto è un immobile a San Lorenzo in Lucina. I costi sono di ‘1 a 4’, ovvero: “In mese di affitto di via dell’Umiltà sono quattro mesi a San Lorenzo”. Qualcuno, ieri sera, ha ironizzato sulla nuova location: nel portone accanto c’è il comando provinciale dei Carabinieri: “Così non faranno grande sforzo quando mi verranno a prendere!”, avrebbe ironizzato il Cavaliere a tavola, nell’ilarità generale.

Ma andando sempre più nel concreto della nuova Forza Italia (che non sarà 2.0 perché “quei numeri hanno portato sfortuna a Maroni“, diceva Verdini) Berlusconi ha anche confermato che si andrà verso l’azzeramento delle cariche regionali del Pdl, sempre nell’ottica di risparmiare ma, soprattutto, per individuare nuove forme di reperimento di risorse in vista dello stop al finanziamento pubblico dei partiti. Dunque, basta coordinatori locali, saranno sostituiti da imprenditori già radicati sul territorio con una loro rete di contatti e in grado di trovare fondi. Altro capitolo importante, il rapporto tra il Pdl e il governo. L’ex premier sarebbe tornato alla ‘carica’ sull’Europa, chiedendo che Enrico Letta si giochi la partita sulla ripresa dell’Italia anche a livello europeo, facendo la voce grossa soprattutto con la Germania affinché vi sia “un deciso cambio di rotta sul rigore”. Per il momento, intanto, avanti con il governo Letta, sostegno leale all’esecutivo, anche se il Pdl dovrà tenere alta la guardia sui provvedimenti a lui cari, come Iva, Imu, lavoro, sburocratizzazione. “Non accetteremo – è stato il ragionamento – alcun passo indietro sugli impegni assunti da Letta e che sono alla base del nostro sostegno al governo”.

La macchina da guerra elettorale di Berlusconi, insomma, è di nuovo in corsa. Anche se all’appello manca ancora qualcosa. Ieri notte Berlusconi ha confermato che per il momento Alfano manterrà tutte e tre le cariche (vice premier, segretario, ministro), ma i falchi – soprattutto la Santanchè – hanno fatto presente con forza l’esigenza di trovare al più presto “uno di noi che sia in grado di tenere alta la bandiera del partito” e che, soprattutto, sia mediaticamente forte e spendibile come leader, “per manifesta storia politica all’interno del partito”. Chiaro un riferimento a sé stessa, anche se sono in parecchi, a partire da Fabrizio Cicchitto, a non digerire queste fughe in avanti dei colleghi. Comunque, su un fronte Berlusconi sembra inamovibile: a capo della nuova Forza Italia ci dovrà essere una donna. E tanto per cambiare, dopo aver dato il via libera al ritorno ad un nome antico ed evocativo, per Silvio Berlusconi ora l’obiettivo è trovare un leader capace di “infiammare nuovamente gli animi degli elettori”. Come nella migliore tradizione di Arcore, cherchez la femme