Economia & Lobby

Fiat, ovvero uno strano concetto di competitività

Giovedì scorso la Banca Centrale Europea (Bce) ha lasciato i tassi di interesse invariati, decisione prevista da un’ampia maggioranza di operatori. Il rialzo del cambio euro/dollaro che ne è seguito subito dopo la decisione della Bce è stato invece dovuto alla contemporanea decisione della Bce di non adottare tassi di interesse negativi sui depositi che le banche dell’eurozona intrattengono con la stessa Banca Centrale.

Solo una voce si è scagliata con forza contro la decisione della Bce : quella di Sergio Marchionne che si è detto, parole testuali, “scioccato” della decisione di non abbassare i tassi favorendo un rialzo del cambio euro/dollaro e minando così, a suo dire, la competitività delle aziende europee

Mi sembra una polemica francamente pretestuosa ed infondata per diversi motivi :

Uno studio di qualche tempo fa della Deutsche Bank ha calcolato i diversi cambi di equilibrio euro/dollaro che ognuno dei paesi europei è in grado di sopportare in funzione del grado di competitività delle proprie aziende. I risultati parlano da soli : per la Germania tale cambio è di 1,54 euro per dollaro, per la Francia di 1,24 mentre per Italia e Spagna di 1,16/1,17

Come dice il buon Crozza in una delle sue migliori imitazioni : “è meglio fare auto belle, tecnologicamente avanzate e che consumano poco o invece limitarsi ad agire solo sul costo del lavoro, comprimendo all’inverosimile  i diritti dei propri operai..?”

A voi la risposta.