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Terremoto Abruzzo, Berlusconi a Letta: “Rifinanziare la ricostruzione subito”

"E' un emergenza nazionale", avverte il Cavaliere a quattro anni dal sisma che colpì L'Aquila e le zone vicine. "Si deve intervenire seriamente, almeno con un miliardo di euro l'anno". E ancora: "Le uniche risorse spese sino ad oggi sono quelle del mio governo". La replica di Stefania Pezzopane (Pd): "Invece di parlare venga in Senato a votare il decreto emergenze"

“La ricostruzione dell’Abruzzo è un’emergenza nazionale“. A quattro anni dal terremoto che mise in ginocchio il capoluogo e le province vicine, Silvio Berlusconi, che allora era presidente del Consiglio, interviene con delle proposte per risollevare l’Abruzzo da suggerire a Enrico Letta.

E il Cavaliere è chiaro: “Il rifinanziamento deve avvenire seriamente, non con pochi milioni di euro l’anno, ma con almeno 1 miliardo di euro l’anno” come “abbiamo ripetuto al Premier all’atto stesso della costituzione del Governo. Per il Pdl è priorità del Governo. Il presidente Letta ne è pineamente consapevole”. 

“Ho esaminato nel dettaglio con il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, i problemi della ricostruzione in Abruzzo – afferma silvio Berlusconi in una nota –  Come tutti sanno nel periodo dell’emergenza mi ero personalmente impegnato affinchè all’Aquila si facessero miracoli. Sono stati fatti. E le uniche risorse spese sino ad oggi sono ancora quelle stanziate proprio dal mio Governo. Dopo il successivo e ancora attuale periodo di blocco è ora il momento di ripartire”.

Al proclama di Berlusconi ha poi risposto la senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane: “A Berlusconi rispondo: invece di parlare e basta, venga in Senato, dove è stato eletto, e dove si sta esaminando il decreto emergenze che riguarda anche la ricostruzione dell’Aquila e del cratere. Se alle sue parole di allora fossero seguiti i fatti, non saremmo nelle condizioni attuali”.

E poi aggiunge: “Certo che si tratta di una priorità nazionale – dice la parlamentare – è dal 6 aprile del 2009 che lo diciamo. Ma non bastano i comunicati stampa, bisogna sporcarsi le mani e fare quello che si dice. Se, come noi chiedevamo fosse stata introdotta una tassa di scopo subito dopo il terremoto, quando il Paese era sensibile e disponibile, ora la situazione sarebbe diversa. Ma allora si disse che la ricostruzione si sarebbe fatta senza mettere le mani nelle tasche degli italiani. Ecco il risultato: la ricostruzione è bloccata per carenza di soldi”.