Politica

Rimborsi ai partiti, Emma Bonino tra larghe intese e militanza

Strategie di governo e mediazioni con la base dei radicali. Ha battuto i pugni sul tavolo il ministro degli Esteri quando è stato il momento di discutere il disegno di legge sul finanziamento pubblico ai partiti, ma sa che le spiegazioni più difficili le deve ai suoi. Dopo la discussione in consiglio dei ministri, l’esponente dei radicali ha partecipato all’assemblea referendaria del comitato “Cambiamo noi” che promuove referendum su alcuni temi sociali dal divorzio breve fino all’immigrazione. E la Bonino ha colto l’occasione per parlare dei rimborsi ai partiti, perché se la situazione non verrà chiarita, dice, “i radicali potrebbero lanciarsi in una nuova campagna referendaria”.

Al suo fianco, tanti militanti e rappresentanti del partito che cercano di mantenere fede alle battaglie storiche del gruppo. “Non dovremmo nemmeno chiamarlo governo delle larghe intese”, commenta Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani, “perché di fatto rappresentano un quarto o al massimo un terzo degli elettori. Io non parlo a nome del ministro, ma è chiaro che questo governo sarà giudicato in primo luogo dai fatti”. I temi sociali sono il punto caldo e la sfida che hanno scelto di portare avanti con o senza l’appoggio dei politici. “Vorrei segnalare la presenza di Emma Bonino qui oggi con noi. Sappiamo che è difficile operare dentro il governo, per questo è importante che i cittadini si facciano sentire”. Voci dal basso per far sì che l’agenda del governo Letta possa considerare anche riforme più legate alla società e ai problemi civici.

La preoccupazione per i radicali resta quella di ribadire che la scelta della Bonino come ministro non deriva da un accordo politico. “E’ importante ricordarlo”, ha concluso Staderini, “la sua nomina è frutto di un riconoscimento delle sue qualità. Noi radicali non siamo organici a questo governo”. Della stessa opinione Marco Cappato, consigliere comunale dei Radicali a Milano: “Emma è una persona leale che rispetta il suo ruolo istituzionale e continua a lottare anche all’interno del governo. Senza dimenticare di essere in primo luogo una militante politica”.

Le larghe intese secondo i radicali sono frutto di una formazione che oggettivamente non può sciogliere alcuni nodi cruciali. Una lotta che spetta invece ai cittadini che devono far sentire la propria voce e cercare di influenzare l’agenda di governo.“In ambito economico”, continua Staderini, “il governo ha il pilota automatico a livello internazionale. Ma per quanto riguarda il resto, ci sono temi sociali su cui si dovrebbe chiedere al governo di confrontarsi”. Immigrazione ed eutanasia per esempio, così da vedere, “se la maggioranza ha la forza di liberarsi e trovare appoggi fuori dalle larghe intese”. E il primo passo concreto è stato l’organizzazione dell’assemblea referendaria del comitato “Cambiamo noi” che presenta quesiti su immigrazione, lavoro, divorzio breve, una nuova politica sulle droghe e finanziamenti a partiti e regioni. “Il governo presto dovrà confrontarsi su questi aspetti cruciali e lì vedremo se saranno in grado di ascoltare i cittadini”.