Elezioni Amministrative 2013

Pontecagnano, Sica va al ballottaggio. E’ l’uomo “che teneva Berlusconi per le palle”

Nella cittadina in provincia di Salerno il sindaco uscente sfiora la vittoria al primo turno delle amministrative: è colui che nell'inchiesta P3 si vantava di poter condizionare l'operato del premier, nonché l'uomo dei dossier contro Stefano Caldoro. Ed è indagato per estorsione ai danni del Cavaliere e minaccia a corpo dello Stato

C’è chi la ritiene una mezza vittoria, dopo vicissitudini politiche e giudiziarie che avrebbero stroncato un toro. Chi invece una mezza sconfitta, perché qualcuno si era lasciato andare a pronostici entusiastici: “Vinceremo al primo turno” trapelava dallo staff. In effetti è mancato poco: Ernesto Sica, sindaco uscente e ricandidato di Pontecagnano, 25mila abitanti sparpagliati in un paesone di mare appena esci da Salerno in direzione Cilento, va al ballottaggio in testa dopo essersi arrampicato sino al 49%. Le sue liste hanno superato il 50%. Qualcosa si è perso per strada per l’uomo che disse ad Arcangelo Martino: “Tengo Berlusconi per le palle”. Nero su bianco in un verbale dell’inchiesta sulle trame della P3.

Martino – un vecchio ex assessore di Napoli, la persona che fece conoscere a Berlusconi il papà di Noemi Letizia – disse così al procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo: “Lui (Sica, ndr) diceva di avere “Berlusconi per le palle (…) perché era stato protagonista di avere fatto cadere il governo Prodi, attraverso la sua azione e attraverso un imprenditore di grande livello, un imprenditore che tratta l’attività dei centri commerciali e dei supermercati. Il nome non l’ha mai fatto”. Insomma, Sica rivelava di aver contribuito alla compravendita di senatori. Millantava? Probabilmente sì. O forse no, perché Martino faceva riferimento ai convulsi mesi che precedettero le elezioni regionali del marzo 2010, quando l’allora deputato e sottosegretario azzurro Nicola Cosentino vide frenare la sua candidatura a governatore della Campania da un’ordinanza di custodia cautelare per camorra firmata dal Gip di Napoli Raffaele Piccirillo, e Sica provò a giocare la partita della vita: prendere il posto di Cosentino nelle gerarchie Pdl e diventare presidente della Regione.

Con una manovra a tenaglia: elaborare insieme a Cosentino e a pezzi della P3 un dossier diffamatorio su Stefano Caldoro, la persona designata da B. per le elezioni campane. Per provare a rimettere in pista Cosentino se la Cassazione ne avesse annullato l’arresto. Oppure per convincere B. a riporre i nomi di Cosentino e Caldoro in un cassetto e candidare lui, Sica, ricompensandolo per i servigi resi. Sica era arrivato a B. attraverso comuni amici nel giro delle feste in Sardegna e diceva di averne conquistato la stima e le confidenze.

A quelle feste Sica aveva partecipato quando era ancora un giovane e rampante politico del centrosinistra. Il pupillo di Ciriaco De Mita, scrivevano i giornali dell’epoca. Consigliere regionale, organizzatore a Pontecagnano di spettacolari kermesse della Margherita, componente della maggioranza di Antonio Bassolino. Il ritorno a destra avvenne più o meno con la nascita del Pd. Fu un buon alibi per tanti ‘moderati’. Sica sapeva – e sa ancora – qualcosa che può mettere in imbarazzo Berlusconi? Al punto – come si estrapola dagli interrogatori di Martino – di potergli imporre qualcosa? Una cosa è certa: tramontato il sogno di diventare Governatore, Sica divenne a sorpresa assessore regionale della giunta Caldoro. Su ‘indicazione’ del Cavaliere, come pubblicarono senza ricevere smentite tutti i quotidiani napoletani e salernitani. Con una delega leggera, all’Avvocatura, perché Caldoro non pareva particolarmente contento di aver dovuto inserire quel nome.

Il resto è storia. Il Governatore in carica Caldoro che apprende dalle carte dell’inchiesta P3 di avere nominato assessore uno che voleva rovinarlo, e gli dà 24 ore di tempo per dimettersi. Sica che in poche settimane perde assessorato e presidenza dell’aeroporto di Salerno, e si rintana nella sua Pontecagnano a fare il sindaco a tempo pieno. Caldoro che si costituisce parte civile nel processo per diffamazione e violenza privata che vede Sica imputato a Roma con Cosentino. Eppoi un fascicolo aperto a Napoli dal pm Alessandro Milita che indaga il primo cittadino di Pontecagnano e l’ex sottosegretario per estorsione ai danni di Berlusconi e minaccia a corpo dello Stato.

A Pontecagnano queste storie non hanno intaccato il rapporto di fiducia tra Sica e il suo elettorato: rispetto a cinque anni fa ha perso solo il 5% . Probabilmente avrebbe vinto subito se il Pdl gli avesse concesso il simbolo, senza costringerlo a inventarsene uno ‘pezzotto’ con il logo ‘Azzurri per Pontecagnano’. Pare che sia stato Caldoro a mettersi di traverso e a impedire l’inserimento del Pdl nella coalizione del sindaco uscente. Gli ha persino candidato una esponente del minipartito federato nel Pdl di cui è presidente nazionale, il Nuovo Psi, Lucia Zoccoli, che ha sfiorato il 3%. Voti preziosi per impedire a Sica di vincere al primo turno. E al ballottaggio tutto può succedere.