Cronaca

Roma, palazzi di 11 piani vicino ai reperti archeologici di 650mila anni fa

Il progetto "Città del Sole" ha provocato le proteste dei residenti. I permessi per costruire ci sono tutti nonostante la Soprintendenza sottolinei l'importanza del sito e assicura: "C'è un progetto di valorizzazione dell'area"

La corsa al cemento a Roma non si ferma neanche davanti a ritrovamenti unici, di circa 650mila anni fa, come quelli in via della Lega Lombarda, vicino alla stazione Tiburtina: dopo l’edificazione di due palazzi di 11 piani si prosegue senza sosta alla costruzione di un altro edificio nel sito archeologico. Un’area più unica che rara dove, tra le altre cose, è stata scoperta una zanna di quasi tre metri, accanto al femore di un “Elephas”, l’elefante antico databile 650mila anni fa: reperti che almeno sono stati rimossi e messi in sicurezza. Una vera e propria rarità rispetto ai già noti giacimenti del Pleistocene del territorio romano dove gli esemplari più antichi ritrovati risalgono a circa 300mila anni fa. Poco distante dal deposito dei fossili animali, dove sono state ritrovate anche corna di cervo, ossa di daino, ippopotamo e bue, sono state rinvenute strutture che testimoniano un insediamento dal V secolo a.C. all’età repubblicana e imperiale fino al Medioevo e Rinascimento. Il progetto denominato “Città del Sole” è stato promosso nel 2010 da Hines Italia Sgr (un fondo immobiliare) e l’Istituto nazionale per la previdenza dei giornalisti ed è sviluppato da Parsitalia Real Estate, del noto costruttore romano Luca Parnasi.

“I residenti si sono immediatamente allarmati – spiega Patrizia Paglia, portavoce del comitato di quartiere Lega Lombarda – vedevamo questi reperti stupendi che venivano pian piano scoperti dagli archeologi ed a fianco gli operai che lavoravano senza sosta per costruire la prima torre. Abbiamo fatto manifestazioni, cercato di far emergere la cosa in tutti i modi ma non è successo nulla, i lavori sono proseguiti e continuano senza sosta”. I permessi per costruire ci sono tutti nonostante sia la stessa Soprintendenza a sottolineare l’importanza del sito. “La caratteristica di questo luogo è la continuità di vita – dichiarava circa un anno fa a Repubblica la direttrice dello scavo Paola Filippini – La stratigrafia evidenzia un complesso sistema di ampliamenti e riutilizzi, fenomeni di espoliazione e riciclo nella stessa area, vasta almeno 4500 metri quadrati. I brandelli degli animali sono stati trasportati da un fiume e sono rimasti impantanati in questa zona che nel Pleistocene medio aveva un paesaggio africano”.

I ritrovamenti segnalavano anche la presenza di un insediamento, esteso su gran parte del cantiere, edificato in età arcaica, V e IV secolo a.C. e successivamente ampliato in epoca repubblicana e sicuramente abitato fino all’età imperiale. Come rilevato dalla direttrice dello scavo, tra i reperti riportati alla luce spiccano per la loro particolare bellezza ed integrità dello stato conservativo, un Mitreo del III secolo d.C. che conserva anche una sala con un sole disegnato sul pavimento con tarsie marmoree; un colombario del III secolo decorato con un sofisticato mosaico ed impreziosito con uno straordinario sarcofago con rilievi di ispirazione cristologica ed altri due sarcofagi in terra cotta.

Nella trama delle olle cinerarie – recipienti di marmo, vetro o terracotta usati per raccogliere le ceneri del defunto – sono riemerse pitture policrome di girali verdi, azzurri e viola incorniciati da riquadri gialli e rossi. Grande curiosità hanno poi destato una monumentale vasca, di età repubblicana, della lunghezza di 60 metri e una necropoli databile tra il I ed il IV secolo che ha riportato alla luce circa 130 sepolture. L’intero complesso potrebbe essere riconducibile all’insediamento di un “Collegium” per l’iniziazione al culto mitraico. La Filippini tiene a precisare al fattoquotidiano.it che c’è “un progetto di valorizzazione dell’area anche attraverso ricostruzioni virtuali. Al momento si vedono solo i palazzi ma il sito sarà fruibile dai cittadini una volta terminati i lavori”.

L’intera vicenda è stata anche oggetto, nella precedente legislatura, di un’interrogazione parlamentare da parte del senatore del Pd, Stefano Ceccanti. Stessa cosa ha fatto ora Gemma Azuni, consigliere comunale di Sel che ha ottenuto una risposta “rassicurante”, come quella data a Ceccanti, sulla valorizzazione e fruibilità del sito. “Non ci sembra stia avvenendo questo – denuncia il comitato di quartiere – hanno gettato cemento ovunque e stanno proseguendo all’edificazione del terzo palazzo. Non hanno neanche rispettato le contropartite dovute: un biblioteca pubblica e 8 appartamenti destinati all’housing sociale”. Oltre al danno la beffa.