Cronaca

Femminicidio, Dandini: “Non importa il nome, ma solo riconoscere il fenomeno”

“Basta con la logica dell’emergenza: il problema è strutturale e culturale, serve costruire un sistema che protegga le donne sempre“. E’ quanto emerge durante il convegno “Dai centri anti-violenza, azioni e proposte per rafforzare la libertà delle donne“, tenutosi a Roma, all’istituto dell’Enciclopedia italiana e organizzato dall’associazione D.i.Re che gestisce 61 centri in tutto il territorio nazionale. La presidente Titti Carrano e l’Anci presieduta da Alessandro Cattaneo hanno firmato un protocollo d’intesa per far sì che gli enti locali diano priorità al problema sociale, fornendo servizi permanenti e un sistema di prevenzione. “Il problema esiste e lo dicono i numeri Istat – afferma Antonio Cattaneo – i Comuni ci sono, le istituzioni devono dare però un segnale di cambiamento di tendenza, basta tagli lineari sul sociale come i fondi a pioggia, ma bisogna tutelare i centri e i progetti che funzionano”. “Ad alcuni non piace il termine femminicidio? Chiamatelo come vi pare, basta che riconosciate che il fenomeno esiste ed è radicato nella nostra società”, sostiene Serena Dandini, conduttrice e autrice dello spettacolo teatrale ‘Ferita a Morte’, un progetto per promuovere la ratifica della Convenzione di Istanbul che il 27 maggio verrà discussa in Parlamento  di Irene Buscemi