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Incidente Genova, Sampdoria-Catania si gioca lo stesso: lo ha imposto la Lega

I giocatori, le squadre, i tifosi e le istituzioni si erano dette disponibili a non scendere in campo per rispetto ai morti e ai feriti causati dal Jolly Nero. L'organismo presieduto da Beretta si è opposto con motivazioni deboli e la gara si è giocata

Per una volta, il lato migliore del calcio è rappresentato dai tifosi, che a Genova hanno scelto di seguire la partita tra Sampdoria e Catania in assoluto silenzio. Un grande striscione, portato in campo prima della partita da un gruppo di portuali, recitava “Basta morti sul lavoro, Vicini alle famiglie”, in ricordo della tragedia che ha sconvolto il capoluogo ligure nella notte tra il 7 e l’8 maggio. Anche sugli spalti nessuno striscione calcistico, né bandiere. Solo frasi di commemorazione e di denuncia hanno costellato la Gradinata Sud, dove si ritrovano i tifosi blucerchiati: “Cordoglio per le vittime del porto” e “Il rispetto del dolore vale più di una partita”. Quel buonsenso che è però clamorosamente mancato alla Lega Calcio che, nonostante la richiesta e la disponibilità manifestata dalla società ligure già dalla prima mattinata con un comunicato ufficiale, ha deciso che Sampdoria-Catania andava giocata a tutti i costi.

Nel primo pomeriggio si era sparsa la voce che la partita sarebbe stata rinviata, ma poi la confindustria del pallone ha deciso che si sarebbe giocato, con la motivazione che le autorità avevano proclamato la giornata di lutto cittadino per oggi, e non da ieri. E che altrimenti si sarebbe falsato il campionato. Una decisione che non regge: dato che domenica prossima partite decisive per la salvezza si giocheranno ad orari sfasati (con il Palermo in campo alle 12.30 e Genoa e Torino invece alle 15). E che rende ancora più inspiegabile la decisione della Lega. Hanno provato a farsi sentire anche Comune e Regione, ma senza successo. “Sarebbe stato meglio da parte della Lega Calcio posticipare la partita a un’altra data – ha detto l’assessore regionale allo Sport Matteo Rossi – Non ci pare che questo momento tragico e drammatico, con morti e dispersi ancora da ritrovare sotto le macerie di Molo Giano, possa essere condiviso con un appuntamento gioioso”.

“Una scelta inopportuna, hanno avuto il sopravvento le altre logiche che governano il calcio – ha continuato l’assessore -. Vorrà dire che si giocherà in un clima surreale e di disagio”. E così è stato, con i novanta minuti giocati con il lutto al braccio e in un assordante silenzio. A ricordare compagni morti, o ancora sepolti sotto le macerie. Oltretutto Sampdoria-Catania era partita che non interessava la classifica, se non per astrusi calcoli matematici: la Samp ha certificato la salvezza solo con l’1-1 di ieri, ma altre squadre se la stanno giocando sul campo. La Sampdoria ha deciso di devolvere l’incasso della partita (circa 21mila euro) alle famiglie delle vittime della tragedia. E tutta la città di una partita di calcio ne avrebbe volentieri fatto a meno. I tifosi si sono attivati sui social network per chiedere di disertare la partita, e i genovesi, intervistati dalle televisioni locali, chiedevano di non giocare. Per rispetto.

Qualcosa che è invece mancato alle televisioni a pagamento, che la partita l’hanno trasmessa lo stesso. Unica eccezione la stazione ligure Primocanale, che in esplicita protesta contro la Lega Calcio al posto della consueta trasmissione di commento durante la diretta della partita, ha lasciato sui propri schermi la scritta: “Oggi Primocanale Sport si astiene dal commentare Sampdoria-Catania e Torino-Genoa, dissociandosi dalla decisione di non rinviare queste partite alla luce della tragedia avvenuta nel porto di Genova”. Dopo la partita anche il capitano blucerchiato Palombo, nonostante la salvezza conquistata sul campo, non aveva nessuna voglia di festeggiare, e ha detto: “Fosse stato per me stasera non avremmo giocato, come segno di rispetto per le famiglie colpite dal lutto. Ma i nostri tifosi si sono dimostrati signori anche in questo”.

La politica (almeno quella locale), invece, non si è limitata alle parole. I deputati del Pd genovese, infatti, hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dello Sport Josefa Idem e al presidente del Consiglio Enrico Letta per sapere perché la Lega Calcio non ha rinviato il turno di Serie A disputato ieri sera. “Quali ragioni hanno portato le autorità sportive competenti a non decidere il rinvio degli incontri della trentaseiesima giornata di campionato che coinvolgevano le due squadre genovesi nonostante l’immane tragedia in porto?”, ha chiesto l’onorevole Mario Tullo, primo firmatario dell’interrogazione.

Aggiornato da Redazione Web alle 15.00 del 9 maggio 2013