Scienza

Osservata “una macchina del tempo cosmica” da telescopio Nasa

E' una delle più grandi esplosioni, un lampo gamma migliaia di volte più potente rispetto a quelli 'vicini' a noi, osservati a distanze di poche centinaia di milioni di anni luce. “E' una macchina del tempo perché lampi gamma così potenti vengono osservati nell’universo lontano, a distanze enormi, fino a 13 miliardi di anni luce” spiegano gli esperti

Per la prima volta è stata osservata una ‘macchina del tempo’ cosmica: è una delle più grandi esplosioni cosmiche, un lampo gamma migliaia di volte più potente rispetto a quelli ‘vicini’ a noi, osservati a distanze di poche centinaia di milioni di anni luce. “E’ una macchina del tempo perché lampi gamma così potenti vengono osservati nell’universo lontano, a distanze enormi, fino a 13 miliardi di anni luce”, ha spiegato il direttore dell’Osservatorio di Capodimonte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf); Massimo Della Valle, a margine del congresso della Società Astronomica Italiana (Sait) in corso a Bologna.

Questo potentissimo lampo gamma è stato invece osservato ad una distanza di ‘appena’ 3 miliardi e mezzo di anni luce, ed è per questo che i telescopi da Terra hanno potuto intercettarlo. A far scattare l’allerta è stato il telescopio spaziale Fermi della Nasa, al quale l’Italia partecipa con Inaf, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). L’allerta di Fermi ha immediatamente attivato altri telescopi spaziali e messo in fermento la comunità internazionale degli astronomi. “Poter osservare un fenomeno del genere è stato un autentico colpo di fortuna”, ha detto ancora Della Valle. “Finora – ha proseguito – non era mai accaduto che un lampo gamma potente come quelli che avvengono nell’universo lontano esplodesse vicino alla porta di casa. L’evento è stato inaspettato, ma non ci ha colto di sorpresa, infatti un team dell’Inaf lo sta osservando con il Very Large Telescope (VLT) , il grande telescopio di 8 metri e mezzo di diametro dell’Osservatorio Europeo Meridionale (ESO), nel deserto di Atacama in Cile” La scommessa adesso è riuscire a comprendere l’origine del fenomeno. Una delle ipotesi, presentata nel convegno della Sait dal direttore del Centro Internazionale per l’Astrofisica Relativistica (Icra), Remo Ruffini, è che l’origine dell’esplosione potrebbe essere il risultato di una sorta di gioco di squadra stellare. All’origine del fenomeno ci sarebbe un sistema formato da una stella gigantesca, circa 20-30 volte più grande del Sole, e da una stella di neutroni. L’esplosione come supernova della stella molto massiccia, investirebbe la stella di neutroni compagna provocandone il collasso in un buco nero e generando il potentissimo lampo gamma osservato dai telescopi.