Giustizia & Impunità

Mediaset, Berlusconi condannato in appello. Ghedini: “Giudici prevenuti”

A sentire Renato Schifani "per una certa magistratura la stagione della pacificazione è ancora lontana, e forse non arriverà mai". Brunetta parla di "accanimento disgustoso" e attacca i giudici: "La condanna non colpisce il Cavaliere ma chi l’ha pronunciata"

Uso politico della giustizia, sentenza surreale, giudici prevenuti nei confronti di Silvio Berlusconi. Neanche il tempo di leggere la sentenza del processo d’Appello sul caso dei diritti tv Mediaset e dal Pdl arrivano reazioni incendiarie contro la decisione del giudice Alessandra Galli, figlia di Guido Galli, magistrato ucciso nel 1980 da Prima Linea a Milano. Il primo a parlare è il portavoce del partito berlusconiano Daniele Capezzone, secondo cui “oggi tutte le persone ragionevoli, al di là di ogni appartenenza politica e culturale, comprendono bene quello che accade: è letteralmente surreale e assurda la condanna di Silvio Berlusconi, contribuente recordman. Attendiamo che i garantisti di sinistra dicano qualcosa…”.

Sulla stessa linea d’onda l’ex ministro Maria Stella Gelmini: “L’uso politico della giustizia di certi magistrati contro Berlusconi non merita commenti: i voti degli italiani evidenziano il pensiero della gente sull’uso distorto della giustizia”. Più misurata nei toni, ma non nel succo la presa di posizione del legale del Cavaliere Niccolò Ghedini: “La forza della prevenzione è andata al di là della forza dei fatti” ha detto legale, che poi ha ammesso di avere “la consapevolezza che sarebbe andata così”. Alla domanda se la sentenza potrebbe mettere in dubbio la tenuta del governo, Ghedini ha risposto in maniera chiara: “Non mi interesso della stabilità politica del governo e non credo che ci sia una correlazione tra questa sentenza e la stabilità politica. Questa sentenza metta a rischio al stabilità del diritto e per me questo è più grave. Quella di oggi – ha concluso Ghedini – è una decisione totalmente al di fuori di ogni logica in qualsiasi altra corte d’appello d’Italia che non sia Milano”.

Più politica, invece, la reazione di Renato Schifani: “Continua la persecuzione giudiziaria nei confronti del presidente Berlusconi, leader politico che ha il consenso di dieci milioni di elettori – ha detto l’ex presidente del Senato – Evidentemente, per una certa magistratura la stagione della pacificazione è ancora lontana, e forse non arriverà mai. Soprattutto quando si nega con tanta ostinazione la verità dei fatti e ancor di più il buon senso”. Non politica, ma con suggestioni politiche la reprimenda di Maurizio Gasparri: “Contro Berlusconi una sentenza frutto di pregiudizi, priva di ragioni, lesiva della verità e della vita democratica – ha detto – Nessuno si illuda di alterare a colpi di sentenze politiche la realtà dell’Italia. E’ una vicenda folle e inaccettabile, che non fermerà l’azione di Silvio Berlusconi”.
 

Di sentenza “vergognosa e scellerata, indegna di un Paese civile” ha parlato invece Daniela Santanché, secondo cui “ieri qualcuno voleva impedire a Berlusconi di governare e pretendeva di sovvertire la volontà popolare degli italiani per via giudiziaria, oggi qualcuno sta operando per fare saltare il governo Letta e l’ipotesi di pacificazione nazionale. Parte della magistratura sta incendiando il Paese e provocando focolai di odio”. Il j’accuse della deputata del Pdl poi ha toccato il tema della persecuzione giudiziaria: “E’ allucinante dovere constatare che in un Paese democratico e civile si continui una vera e propria persecuzione ai danni del leader del maggior partito di centrodestra facendo uno spregiudicato uso politico della giustizia – ha detto la Santanché – Questa volta, nella fase politica nuova che stiamo vivendo, mi aspetto che almeno gli esponenti garantisti del Pd escano fuori dalla coltre di omertà e per una volta liberamente esprimano una opinione degna del loro pensiero”.

Durissimo Renato Brunetta: ”Accanimento disgustoso. La sentenza contro Silvio Berlusconi è politica, anzi anti politica, perché colpendo lui si favoriscono i disegni disgregatori del nostro Paese – ha detto il capogruppo Pdl alla Camera – L’ingiustizia è così ripetuta e palese che per fortuna la grande maggioranza dei cittadini capisce benissimo che una parte della magistratura non ha nessuna credibilità. La condanna non colpisce Berlusconi ma chi l’ha pronunciata”. Fabrizio Cicchitto, invece, è convinto che la decisione dei giudici non avrà conseguenze sul governo: “Si tratta di una azione che dà il senso di come la vita politica italiana sia dominata da una perversa anomalia – presidente della commissione Esteri di Montecitorio – Mentre esprimiamo la più netta condanna di questo ennesimo intervento politico di settori della magistratura non cadremo nella provocazione insita in tutto ciò e cioè non faremo ricadere sul governo le conseguenze di cio che sta avvenendo sul piano politico giudiziario”.

E mentre il Popolo della Libertà “piange”, a Montecitorio c’è chi applaude per la decisione dei giudici. I parlamentari del Movimento 5 Stelle per un incontro con Stefano Rodotà hanno accolto con un lungo applauso la notizia della conferma in appello della condanna a 4 anni di Silvio Berlusconi per il caso Mediaset. Poco dopo Vito Crimi, capogruppo M5S al Senato, ha preso la parola per precisare che la sentenza di oggi prevede anche l’interdizione del Cavaliere dai pubblici uffici per 5 anni. A seguire un altro lungo applauso dell’assemblea. “C’è chi vuole impedire la pacificazione, che ci volete fare…” ha commentato, ironizzando, Stefano Rodotà durante l’incontro con i parlamentari del M5S. “E ora si acceleri nella giunta per le elezioni del Senato, appena sarà costituita, sull’ineleggibilità di Silvio Berlusconi” ha detto la capogruppo M5S alla Camera, Roberta Lombardi, secondo cui “ci sono molte motivazioni per farlo. C’è una legge del ’57 che viene disattesa e ora c’è questa sentenza” sul caso Mediaset, “per quanto provvisoria, perché bisognerà aspettare la Cassazione, che getta una bella ipoteca”.

Da Scelta Civica, invece, attaccano chi attacca. “L’unica cosa di scandaloso che trovo sono le dichiarazioni dei parlamentari del PdL e degli avvocati di Silvio Berlusconi. Le sentenze si appellano di fronte ai giudici naturali non scappando dai processi, come suggerisce l’on. avv. Nicolò Ghedini”. A parlare il senatore di Sc Tito Di Maggio, commentando la conferma in appello della condanna a Silvio Berlusconi. “Non commento vicende giudiziarie” ha detto invece Massimo D’Alema, a margine di una iniziativa a Firenze.