Cronaca

Il Salone del Libro di Torino boicotta Beppe Grillo. “Non ospitiamo pifferai magici”

La presa di posizione arriva da Ernesto Ferrero, direttore della kermesse del Lingotto: "No a burattinai digitali e tenutari di sette", dice dopo che nei gironi scorsi si è parlato di una possibile presenza del fondatore del M5S. Corregge il tiro il presidente Rolando Picchioni: "Porta aperta per tutti"

“Il Salone del Libro non ha mai ospitato, né mai ospiterà, comizi di pifferai magici, burattinai digitali e tenutari di sette”. L’affondo contro Beppe Grillo è di Ernesto Ferrero, il direttore della kermesse che si terrà al Lingotto di Torino dal 16 al 20 maggio e che è stata presentata oggi. Insomma, il leader del Movimento 5 Stelle non è gradito, sebbene nei giorni scorsi fosse dato come possibile ospite per presentare il libro Il Grillo canta sempre al tramonto, scritto con Dario Fo e Gianroberto Casaleggio.

“Ho letto maliziosi rumors – ha detto Ferrero – in cui si alludeva alla possibilità che Grillo facesse la sua apparizione al Salone. Temo che chi lo ha scritto ci conosca male”. Se l’ex comico non è il benvenuto, ci saranno invece Romano Prodi e Laura Boldrini. La boutade, che Ferrero ha poi spiegato ad alcuni giornalisti riferendo che qualche contatto con il leader del Movimento 5 Stelle c’è stato ma che non se ne è fatto nulla, è stata successivamente corretta dal presidente del Salone, Rolando Picchioni, e dall’assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Michele Coppola. “Chiunque si affacci al nostro Salone – ha affermato Picchioni – è il benvenuto, purché la sua presenza sia in linea con lo spirito della manifestazione. La porta è aperta anche a Beppe Grillo, come a chiunque voglia intervenire per confrontarsi seriamente sui problemi dell’Italia”. “Il Salone del Libro – ha rimarcato anche Coppola – è una casa che appartiene a tutti”.

Anche l’anno scorso era stata annunciata la presenza di Grillo per presentare il suo libro Siamo in guerra. Ma a causa delle polemiche, ancora una volta con Ferrero, il fondatore del M5S aveva rinunciato a partecipare.