Politica

Pd: il perché della folle strategia suicida

Durante l’elezione del Presidente della Repubblica su Twitter ho scritto che Marini era un nome civetta che sarebbe stato bruciato, così come Prodi. Non era era così difficile immaginarlo alla luce della  psicopatologia politica che da anni affligge il centrosinistra. Il Pd è nato da un ibrido fatto a tavolino: ex Dc ed ex Ds che hanno sempre litigato. In questa faida una lotta principale era tra D’ Alema e Prodi. Antipatia di D’Alema per Prodi che in passato portò addirittura a un complotto contro quest’ultimo ordito proprio con Marini dei Popolari, (anch’egli ora fregato due volte da baffino) che confessò: «E’ vero, io e D’ Alema complottammo contro Prodi. Solo che io non mi sono mai pentito, Massimo sì. Ha provato perfino a riappacificarsi con Romano. Chissà, forse sperava di salvare Palazzo Chigi. Che volete farci, uno il coraggio o ce l’ha o non ce l’ha». Ecco perché Prodi dopo l’impallinamento ha detto: “Nel passato mi avevano colpito alle spalle e mandato a casa già due volte, nessuna novità”.

Poi ci sono la bicamerale e velina rossa, il foglio vicino a D’Alema che nel 2006 propose Berlusconi senatore a vita per meriti imprenditoriali. Insomma, segnali di un patto di non belligeranza tra  il Cavaliere e D’Alema ci sono sempre stati. Metà Pd, la metà sana, avrebbe votato Rodotà, l’altra metà fatta anche dai popolari intrallazzoni, ha bruciato tutti nomi per giungere a quello che qualcuno ha sempre voluto: Napolitano bis e governissimo con il Pdl .Grillo ha sempre avuto ragione o è stato complice? Se avesse accettato un governo li avrebbe fregati o si sarebbe fatto bruciare? Una scelta gattopardesca quella dei dirigenti Pd ma non si parli di psicopatologia improvvisa. Non si cambia tattica politica da un giorno all’altro senza una precisa ragione . Ci sono gli interessi del Cavaliere che non può finire in galera, gli interessi di chi trema all’idea che si possa mettere in dubbio il fiscal compact o l’Euro, non sono cose da poco.

Aveva ragione chi diceva nel M5S di non fidarsi delle proposte di Bersani ma Bersani stesso è stato vittima di un diktat dall’alto? La corte al M5S era tutta una tattica per ottenere dei rifiuti e legittimare alla base elettorale il governissimo con il Cavaliere? Uno come Civati è una brava persona, Vendola si è dimostrato saggio ma purtroppo ci sono delle correnti potenti che non permetteranno mai a questo centrosinistra (sinistro) di cambiare.

Molte persone di questo partito come Corradino Mineo o la Puppato e la base elettorale stessa desideravano Rodotà presidente ma sono stati tutti umiliati fino in fondo, accusati di essere “grillini”. Sassoli ha accusato persino Barca di essersi pronunciato in modo sano e schietto a favore di Rodotà. E’ arrivato il momento di lasciarli soli questi lucidi antipolitici, gli elettori e anche chi è dentro il Pd dovrebbe emigrare verso altri lidi o combattere per dei valori sani creando un  nuovo contenitore lasciando il Pd a Renzi e a chi resta a contarsi le ferite. D’Alema non è riuscito fino in fondo nel suo progetto al Colle ma è riuscito a far fuori il suo nemico storico: l’anti berlusconiano Prodi. Berlusconi ringrazia, gli italiani un po’ meno.