Politica

Quirinale, Renzi: “Esperto di caratura internazionale”. Amato o D’Alema?

Il sindaco di Firenze si difende su Facebook da chi lo accusa di avere tramato contro Prodi: "Non l'ho fatto fuori io". Ma subito dopo lancia un candidato che sia competente e abbia senso dello Stato. Come potrebbe essere il dottor Sottile, che ha incontrato in segreto nei giorni scorsi. O D'Alema, con cui ha avuto in un colloquio a Palazzo Vecchio

E’ stato il primo a sentenziare la caduta della candidatura di Romano Prodi. Si è poi difeso dalle accuse di essere lui il responsabile dell’impallinatura del Professore. E alla fine, Matteo Renzi ha descritto su Facebook il profilo ideale del prossimo presidente della Repubblica. Una persona “esperta e competente”, con “caratura internazionale e senso dello Stato”. Una descrizione che fa pensare a quella di Massimo D’Alema, che il sindaco di Firenze ha incontrato a Palazzo Vecchio nei giorni scorsi. Ma anche a quella di Giuliano Amato, che Renzi ha incontrato in segreto una settimana fa.

“Per tutto il giorno di oggi – scrive il rottamatore – sono stato accusato su Facebook di sostenere una candidatura, quella di Romano Prodi. Adesso l’accusa è opposta: aver complottato contro la candidatura Prodi. Se non ci fosse di mezzo l’Italia ci sarebbe da ridere. Primo punto: io le cose le dico in faccia, sempre. I doppiogiochisti non mi piacciono. Se dico che sosteniamo Prodi, lo facciamo. Se andiamo contro Marini lo diciamo a viso aperto”. Renzi ribatte così alle accuse che gli sono arrivate sul social network, e non solo. Perché ad accusare Renzi di avare tramato alle spalle di Prodi sono in tanti. Il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli in un tweet scrive che “Renzi ha liquidato anche Prodi”, quando dichiara che la candidatura del Professore non c’è più.

Nel gioco dei sospetti reciproci, quindi, anche la versione che vede Renzi come responsabile dei molti franchi tiratori è una di quelle accreditate. Il sospetto è affiorato quando il sindaco di Firenze con un tempismo giudicato eccessivo ha definito morta la candidatura di Prodi. A impallinare l’ex premier, secondo questa ipotesi, sarebbe stata una saldatura tra il fronte dalemiano e renziano (il colloquio tra i due a Palazzo Vecchio fa da sfondo a questa ricostruzione). Far cadere la candidatura del Professore avrebbe avuto lo scopo di riaprire un dialogo con il Pdl. Sul nome stesso di D’Alema o su quello di Amato. E proprio D’Alema, che nei giorni scorsi ha incontrato il sindaco a Palazzo vecchio a Firenze, aveva detto di Renzi: “E’ intelligente e è una risorsa per il futuro”, aggiungendo una critica esplicita al fatto fosse stato escluso dal novero dei grandi elettori. 

E qui torna quello che Renzi scrive nel suo post su Facebook: “Il Quirinale richiede per definizione una persona esperta e competente. Lasciatevelo dire da rottamatore, il Quirinale non si trova il candidato ‘nuovo’. Il Presidente della Repubblica deve avere caratura internazionale e senso dello stato”. D’Alema o Amato, appunto. Non certo candidati nuovi. Ma esperti, competenti e di caratura internazionale.