Cronaca

Val Susa, in migliaia al corteo No Tav. Cinque Stelle: “Commissione d’inchiesta”

La "marcia" si concluderà a Bussoleno. Almeno una trentina i sindaci schierati. I parlamentari del Movimento: "Siamo colpiti dalla spaventosa militarizzazione di quest'area". Con loro anche il leader storico della protesta Alberto Perino

E’ partita da Susa la marcia No Tav alla quale partecipano migliaiadi persone. Il corteo incontra sulla strada centinaia di persone in senso inverso, che si accodano lungo il cammino. Il corteo percorrerà 8 chilometri, fino a Bussoleno. In testa ci sono bambini e le loro mamme, che reggono lo striscione verde “Più trenini meno trenoni”. Dietro di loro un trattore rivestito di bandiere bianche con il treno crociato, simbolo della lotta No Tav. Poi sfila un trenino turistico su gomma, con decine di bimbi e ragazzini seduti. Folta la rappresentanza degli oppositori a tutte le grandi opere, ai caccia F-35, agli inceneritori; molte le bandiere di Prc, Sel, Cobas e Usb. Tra le tante variopinte coreografie le sagome in cartone di un gruppo di famiglie ispirate a Berlusconi, Bersani, Monti, Fassino e Grillo.

Ma l’unica con la bandiera No Tav al collo è la sagoma del leader dei 5 Stelle. In testa al corteo, subito dopo i bambini, c’è anche una nutrita rappresentanza di amministratori locali. Almeno una trentina i sindaci dei comuni della Valle di Susa, schierati alle spalle di un carretto sul quale sono stati piazzati i gonfaloni dei comuni. Tra i primi cittadini Mauro Marinari (Rivalta), Lionello Gioberti (Vaie), Mauro Carena (Villar Dora), Loredana Bellone (San Didero) e Danilo Bar (San Giorio di Susa). Tra loro anche il presidente della Comunità montana Valle Susa e Sangone, Sandro Plano.

“Il significato di una giornata come questa è quello che i cittadini possono entrare e toccare con mano quest’opera che noi consideriamo inutile e che tra l’altro non c’è, dato che siamo in presenza solo di un cunicolo esplorativo”. Così il portavoce dei senatori 5 Stelle Vito Crimi che all’arrivo al cantiere Tav di Chiomonte: “Riteniamo che tutti debbano essere messi nelle condizioni di conoscere lo stato delle opere che il Parlamento è chiamato poi a finanziare. In particolare – ha concluso – noi consideriamo la Tav un’opera inutile, speriamo di dimostrarlo e di riuscire a bloccarla”. Ieri i presidenti delle Camere avevano assicurato che non si tratta di una ispezione, ma di una semplice visita. Crimi non è dello stesso avviso: “Esercitiamo il nostro mandato ispettivo nell’area militare”. Alle 11 il pullman che trasporta i parlamentari 5 Stelle e Sel ha varcato i cancelli del cantiere.

Da Libero Tv

E pochi minuti dopo è arrivata la prima dichiarazione pesante. Marco Scibona, senatore M5S, annuncia che lunedì chiederanno in Parlamento una commissione di inchiesta sulla Tav. “Oggi – hanno spiegato Scibona e Laura Castelli – faremo le dovute domande tecniche a Ltf. Dopo di che per accertare ancora di più la situazione del cantiere, anche dal punto di vista legale, da lunedì chiederemo l’istituzione in parlamento una commissione di inchiesta sulla Tav”. Il parlamentare Luis Alberto Orellana (M5S) si è detto impressionato dalla quantità di forze dell’ordine presenti: “Questa militarizzazione fa riflettere”. Stesse parole per la deputata Fabiana Dadone: “La mia prima impressione sull’area del cantiere? E’ spaventosamente militarizzata”.

Lo storico leader No Tav Alberto Perino, dopo le polemiche dei giorni scorsi, è riuscito ad aggregarsi ai parlamentari in visita ai cantieri. Anche lui insiste sul concetto di militarizzazione esagerata. “Come vedete – ha spiegato – è una militarizzazione senza senso. Questo non è un cantiere, è un fortino. E’ una vergogna”. Perino ha accompagnato la delegazione dei parlamentari nell’area archeologica e, indicandola, ha detto: “Anche questa è una vergogna. L’hanno trasformata in un parcheggio”. 

Presente in Val di Susa anche la senatrice Pd Laura Puppato. “Sono venuta qui ma non per manifestare”, ha detto prima di entrare al convegno sull’alta velocità ferriviaria organizzato dalla Comunità montana valli di Susa e Sangone a Bussoleno (Torino). “Chiunque oggi fa l’amministratore – ha aggiunto – ha l’obbligo di pensare che le risorse sono finite. Non manifesto perchè altrimenti aggiungerei sale sulle ferite e perchè una persona di governo deve prima conoscere e poi agire. Come uomini di lotta e di governo – ha concluso – abbiamo già dato”.