Lavoro & Precari

Riforma lavoro, Fornero: “Ho lavorato molto e i risultati sono stati pochissimi”

Il ministro del Welfare però si promuove e della riforma dice è “sostanzialmente buona, mi darei un 7. E' un voto discreto sono abituata a ragionare in trentesimi e sarebbe un 22-23”. “L'amarezza per gli attacchi personali c'è e, anche se non so perché, all’estero c'è molto più apprezzamento, cosa che non viene data facilmente

‘”Bisogna dirlo francamente: ho lavorato molto e i risultati sono stati pochissimi”. Così il ministro del Lavoro Elsa Fornero. “L’amarezza per gli attacchi personali c’è – risponde Fornero ai giornalisti a margine di un convegno dell’Aifi a Milano – e, anche se non so perché all’estero c’è molto più apprezzamento, cosa che non viene data facilmente. Penso che sia ingenuo e pretestuoso se non in piena malafede pensare che una riforma del lavoro che interviene sulle regole e spera sui comportamenti possa contrastare la recessione”. A proposito della riforma della pensioni, Elsa Fornero ha sottolineato che “ci è stato detto essere frettolosa: è stata fatta con un po’ di strappo” con le parti sociali, “ma ci hanno detto che c’erano quindici giorni di tempo” e “se devi spegnere un incendio non puoi convocare prima riunioni”. 

Elsa Fornero però si promuove e della riforma dice è “sostanzialmente buona, mi darei un 7. E’ un voto discreto – precisa il ministro a margine di un convegno dell’Aifi a Milano – sono abituata a ragionare in trentesimi e sarebbe un 22-23”. La Fornero ha poi elogiato la risposta degli italiani alle misure di emergenza approvate dall’esecutivo Monti. “Abbiamo avuto una compostezza che altri Paesi non hanno avuto. Certamente ci sono state molte lamentele, proteste e disagi. Però c’è stata collaborazione, magari anche masticando amaro”. 

“Mi auguro che la prossima settimana ci sia un governo per riportare l’Italia sul sentiero della crescita – afferma – Un governo che può fare tutto quello che vuole” e che punti sulla crescita, “perché con tutti i problemi che abbiamo non possiamo permetterci la decrescita”.