Emilia Romagna

Sala Borsa, i dipendenti: “Preoccupati per il nostro futuro lavorativo”

L'amministrazione Merola prolunga l'apertura domenicale della più importante biblioteca pubblica di Bologna. I lavoratori: "Quel giorno stiamo aperti per indicare dov'è il bagno. Usiamo meglio i soldi di Hera aprendo il lunedì o rinnovando il materiale"

“A dirla tutta, la domenica lavoriamo in Sala Borsa per indicare agli utenti dov’è il bagno o il bar”. Ovunque ti giri, e a chiunque chiedi, per i dipendenti comunali che lavorano tra gli archi e le stanze della magnifica struttura del XIII secolo che dal 2001 è diventata biblioteca pubblica, la domanda, e il timore, è uno solo: qual è il senso dell’apertura domenicale?

L’atto amministrativo in vigore dall’11 novembre 2012 che, come ha affermato più volte l’assessore alla cultura Ronchi, è parte del programma elettorale del sindaco Merola, proseguirà fino al 24 marzo 2013 e grazie al nuovo finanziamento privato di Hera (30 mila euro) ricomincerà nell’autunno prossimo. In Sala Borsa lavorano sia dipendenti comunali che dipendenti della cooperativa Working che gestiscono i servizi ausiliari e nel turno domenicale sono in 4: “il numero minimo di bibliotecari presenti in un pomeriggio di apertura infra-settimanale è, normalmente, di 12 persone”, spiegano alcuni lavoratori che vogliono rimanere anonimi, “è evidente che la qualità del servizio non può essere mantenuta, ci si chiede quindi se l’intento di questo progetto d’apertura domenicale sia quello di fornire un servizio reale ai cittadini o mantenere la facciata di una promessa elettorale”.

Per i lavoratori, infatti i dati usati dell’amministrazione sono “relativi alla pura presenza fisica nella struttura dalla parte del pubblico, dichiarando un successo per i primi mesi, proprio come ha dichiarato il direttore delle istituzioni biblioteche del Comune di Bologna, Pierangelo Bellettini: “Abbiamo intercettato un pubblico nuovo, differente rispetto a quello che frequenta sala Borsa il resto della settimana”.

Ma i numeri sui prestiti effettuati, vera funzione di Sala Borsa si attestano su medie decisamente inferiori a quelle dei giorni settimanali: “tanto da chiedersi”, proseguono i lavoratori, “se i soldi dello sponsor Hera sono spesi bene o no”.

Le controproposte: aperti il lunedì o rinnovamento di libri, cd e dvd.Dati alla mano, i dipendenti di Sala Borsa indicano la cifra di un terzo che si quantifica in 889 prestiti di libri rispetto ai 2360 prestiti dei normali giorni d’apertura: “Pensiamo che quei soldi possano essere utilizzati meglio con l’apertura del lunedì pomeriggio (Sala Borsa il lunedì ha aperto solo uno sportello per consegnare i libri in scadenza, n.d.r.) visto che solo quel giorno vengono restituiti più libri di quanti ne vengano prestati la domenica; oppure perché Hera non contribuisce all’arricchimento e al rinnovamento delle collezioni di libri, cd e dvd visto che molti sono in condizioni pessime?”

Nei giorni scorsi la discussione sul tema si era trasformata in polemica relativa agli orari di lavoro domenicali, alla precettazione con ordini di servizio: “Il problema non è questo, in un momento di grave crisi economica, in cui molte persone perdono lavoro vogliamo dire ai cittadini che i motivi del nostro contrasto al progetto non stanno nel desiderio di ottenere privilegi quanto piuttosto a problemi oggettivi a cui l’amministrazione comunale non ha risposto”.

Ed è proprio in questa mancanza di logica del progetto “domenicale” che molti tra i lavoratori di Sala Borsa vedono poca chiarezza nel futuro del loro luogo di lavoro: “Discutano insieme a noi le linee di sviluppo di questo progetto, fateci capire cosa sarà Sala Borsa tra un anno, coinvolgete la nostra professionalità ed esperienza per rendere migliore questo servizio pubblico”.

Usb: “Vogliono riorganizzare il settore. Accordo preconfezionato”. “I lavoratori di Sala Borsa sono indignati dalle dichiarazioni del Direttore”, spiegano in un comunicato le Usb, “che, a fronte del fallimento di questa operazione, scarica la responsabilità sui lavoratori, definendo il loro rifiuto come “motivazione ideologica”. Eppure il Direttore conosce molto bene quanta passione ed impegno questi lavoratori dedicano al funzionamento di una struttura complessa come Sala Borsa.

“L’attacco concentrico espresso sulla stampa locale in questi giorni, secondo noi, ha un fine più subdolo che prelude ad una riorganizzazione generale del settore, puntando al risparmio sulla pelle dei lavoratori e premiando ancora una volta i dirigenti”, ipotizzano i sindacati di base, “L’incontro sindacale, da noi richiesto da tempo, già fissato per il 20 e rinviato al 27 marzo, sembra già avere un accordo preconfezionato. Apprendiamo sempre dalla stampa che il Segretario della Camera del Lavoro, ha già annunciato un accordo con l’Amministrazione comunale. Ma avrà il mandato che i lavoratori  in più occasioni gli hanno negato?”.

“La firma dell’accordo”, chiosano, “comporterebbe un compenso di 50 euro per ogni lavoratore in turno ma, come avverte l’Assessore Ronchi, le aperture domenicali non dovranno più essere messe in discussione, cioè l’apertura domenicale per il 2013-2014 sarà così come è stata sperimentata”. 

(d.t.)