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Sicilia, l’M5S propone legge regionale per insegnare l’antimafia a scuola

Due ore a settimana in cui studiare Falcone, Borsellino, l'operato delle forze dell'ordine e quello dei magistrati: è la proposta contenuta in un ddl presentato dal Movimento all’Assemblea regionale siciliana. Si chiamerà 'Educazione allo sviluppo della coscienza democratica contro le mafie e i poteri occulti'

Le storie di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, del Maxi processo e della strage di via d’Amelio, di Tommaso Buscetta e Totò Riina, studiate tra i banchi di scuola, tra un’ora di matematica e una di lettere. Due ore a settimana di antimafia da insegnare nelle scuole medie e superiori dell’isola colorata di sangue da Cosa Nostra. E’ la proposta contenuta in un disegno di legge presentato dal Movimento Cinque Stelle all’Assemblea regionale siciliana. Si chiamerà ‘Educazione allo sviluppo della coscienza democratica contro le mafie e i poteri occulti’, sarà insegnata due ore a settimana sui banchi di scuola siciliani e prevede non solo lezioni didattiche classiche ma anche momenti di laboratorio dinamici.

“Pensiamo ad incontri con magistrati e giornalisti, familiari di vittime della mafia, visite sui luoghi simbolo della lotta a Cosa Nostra” spiega Gianina Ciancio, ventiduenne deputata del Movimento Cinque Stelle e prima firmataria del disegno di legge per portare l’antimafia a scuola. “Bisogna iniziare a prendere atto già a scuola che le associazioni criminali sono entrate dentro i meccanismi del Paese: soltanto lavorando a livello culturale si può debellare definitivamente la criminalità” continua Ciancio che ha raccolto la proposta della professoressa Maria Pia Fiumara, docente di lettere che dal 2008 porta avanti l’idea d’inserire una materia che studi l’antimafia nell’offerta formativa dei corsi didattici siciliani.

Le scuole siciliane possono infatti riempire il venti per cento delle ore d’insegnamento in maniera autonoma. “Ma fino ad ora in Sicilia non si era mai proposta l’introduzione di una materia del genere attraverso una legge regionale. In questo caso si tratta di una proposta di legge che viene davvero dal basso” spiega sempre la deputata del Movimento Cinque Stelle. L’idea è quella di utilizzare per le lezioni di antimafia docenti interni alle varie scuole medie e superiori che possano essere idonei per preparazione personale. Le due ore di antimafia però saranno insegnate agli alunni siciliani anche da magistrati della direzione distrettuale antimafia, da esperti dei fenomeni legati alla criminalità organizzata e anche da familiari delle vittime di Cosa Nostra. “La nuova materia non dovrà gravare ulteriormente sui bilanci scolastici. Nella proposta di legge però prevediamo anche l’istituzione di un fondo per finanziare l’introduzione di antimafia nelle scuole” spiega la giovane deputata del movimento di Beppe Grillo. Il fondo economico che verrà istituito dopo l’eventuale approvazione della legge verrà alimentato anche con i proventi dei beni confiscati a Cosa Nostra, che sono – almeno per quanto riguarda gli immobili – di pertinenza regionale. Adesso la palla passerà al Parlamento siciliano che dovrà convertire in legge le due ore di antimafia scolastica. La deputata dei Cinque Stelle spera che la sua proposta possa diventare legge in un paio di mesi, in modo da partire con il nuovo insegnamento già dal prossimo anno scolastico. Nel 2008 una petizione per inserire l’antimafia a scuola, promossa dalla stessa professoressa Fiumara, aveva raccolto più di quattromila firme. La proposta però si era arenata davanti ai portoni della Regione siciliana. Una regione che, prima delle ultime elezioni, ha visto i suoi due ultimi governatori imputati per reati di tipo mafioso.