Politica

Formigoni e il prestito “chiavi in mano” per la villa di lusso in Sardegna

In una lettera all'amico Alberto Perego i retroscena sull'abitazione comprata da Pierangelo Daccò a un terzo del prezzo. La conferma di Buscemi ai magistrati: "È evidente dalle carte che fosse un favore e non c’è dubbio che fosse nei confronti di Formigoni, siamo tutti adulti"

Vita da Formigoni. Vita di lussi, favori e sconti. Come quello strappato sulla vendita di una villa in Sardegna: 6 milioni di euro. Ufficialmente, però, il presidente entra nella partita solo per aver prestato un milione all’amico Alberto Perego, che nell’ottobre 2011 sottoscrive un contratto di acquisto con una società riconducibile a Pierangelo Daccò. In realtà quel generoso prestito si porta dietro forti interessi da parte dello stesso Formigoni. Per capirlo basta leggere la lettera che il numero uno della Regione Lombardia invia a Perego nel maggio 2011, pochi mesi prima del rogito. Si legge: “Caro Alberto, da quanto mi hai riferito ti è stata offerta la possibilità di comprare una villa in Sardegna a un prezzo conveniente (…). Non intendo acquistare”. Quindi, dopo aver confermato la sua volontà di dare a Perego un milione di euro a titolo di mutuo, precisa: “Disporrò liberamente delle chiavi”. E ancora: “Con l’accettazione della proposta tu mi concedi il diritto di prelazione all’acquisto della villa”.

In questo caso, il prezzo fissato dovrà essere quello del rogito, vale a dire tre milioni di euro. Prezzo scontatissimo rispetto al valore di mercato dell’immobile fissato a nove milioni. Cifra confermata anche da Massimo Buscemi, ex assessore ed ex fedelissimo del Celeste, nonché marito della figlia di Pierangelo Daccò, il facilitatore della sanità lombarda. Il politico Pdl viene sentito in procura a Milano il 12 ottobre 2012. Dovrà spiegare un animato colloquio (registrato di nascosto) avuto con Formigoni. Sul tavolo la sua estromissione dalla giunta. Durante la discussione si parla anche della villa. Perché? “Nella conversazione – spiegherà ai pm – dico che quella casa è stata venduta a un prezzo inferiore rispetto a quello commerciale”.

L’immobile, prima di passare di mano, era della società Limes riconducibile alla moglie Erika Daccò. Chiedono i magistrati: “Lei aveva consapevolezza del fatto che quel contratto fosse un favore a Formigoni?”. Risposta: “È evidente dalle carte che fosse un favore e non c’è dubbio che fosse nei confronti di Formigoni, siamo tutti adulti”. E del resto Buscemi mostra di conoscere molto bene le relazioni private tra il presidente e Pierangelo Daccò, consulente della fondazione Maugeri e del San Raffaele. “Sono otto anni che frequento Daccò e ho avuto modo di incontrare il Presidente in circostanze non professionali, intendo dire in occasione di cene o vacanze (…). Io non ho mai riferito a nessuno in merito a questi incontri e frequentazioni e so che questa mia riservatezza è stata apprezzata dal Presidente, come a me riferito da amici comuni”. Insomma, Buscemi sa ma non fiata. Sa ad esempio degli yacht dove “vedevo solo Formigoni e Perego e sicuramente i costi non erano a carico loro”. Come anche quelli delle vacanze. Buscemi ne ricorda due nel periodo di Natale: in Argentina e ai Caraibi “entrambe offerte da mio suocero”.

Da Il Fatto Quotidiano del 17 febbraio 2013