Scienza

Tumore al fegato, grazie a virus scoperti quattro geni alterati

E’ quanto hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (Tiget) di Milano, guidati da Eugenio Montini, in uno studio pubblicato sulla rivista 'Nature Methods'. Il carcinoma epatocellulare del fegato rappresenta la terza causa di morte per cancro nel mondo e colpisce più di 700mila persone ogni anno

C’e’ una nuova arma per identificare i geni alterati nei tumori: un nuovo virus modificato capace di porre delle ‘etichette molecolari’ ai geni che causano il cancro, permettendo di distinguerli dai geni che, seppure mutati, non causano la patologia. E’ quanto hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (Tiget) di Milano, guidati da Eugenio Montini, in uno studio pubblicato sulla rivista ‘Nature Methods‘.

Il cancro, secondo i ricercatori, infatti è causato da mutazioni che portano all’alterazione di specifici geni. Tuttavia, i tumori sono costituiti anche da cellule anormali, caratterizzate dall’accumulo di molte mutazioni, non necessariamente coinvolte nella genesi di questa malattia. Una sorta di ‘rumore di fondo’ che rende difficile identificare le lesioni genetiche iniziali che hanno realmente portato all’insorgenza del tumore. Lo sviluppo di nuove strategie che permettano l’identificazione specifica delle mutazioni causali del tumore è quindi molto importante. 

Il virus, modificato dal gruppo del San Raffaele, integrandosi nel genoma delle cellule, marca in modo indelebile i geni coinvolti nel cancro e permette di identificarli tramite tecniche di sequenziamento. Questo virus modificato è stato utilizzato per studiare il carcinoma epatocellulare del fegato, tumore che rappresenta la terza causa di morte per cancro nel mondo e colpisce più di 700mila persone ogni anno. Lo studio molecolare di questi tumori sugli animali ha permesso di identificare quattro nuovi geni (BRAF, SOS1, FIGN, RTL1) causa del tumore, che sono frequentemente alterati anche nei carcinomi epatocellulari umani. “L’identificazione di questi quattro geni – commenta Montini – dovrebbe aiutarci nello sviluppo di nuove terapie per il carcinoma epatocellulare. Inoltre, lo stesso approccio potrebbe essere applicato ad altri tipi di tumori”.