Scienza

Vivisezione? Adesso l’Europa può dire no

Dal 1° gennaio, la Direttiva 2010/63 sulla vivisezione è entrata in vigore in tutta Europa salvo che in Italia (causa crisi di governo). Da quello stesso giorno, sul sito di Stop Vivisection si può firmare online per dire “No, noi questa legge non la vogliamo“. 

E’ un’occasione da non perdere: se l’Europa vuole superare la barbarica usanza di estorcere dati (falsi e inutilizzabili) dalla sperimentazione sugli esseri viventi più deboli – gli animali – avvelenandoli, accecandoli, amputandoli, rendendoli folli (chiamasi, stando ai dizionari, tortura), il 2013 offre la possibilità di farlo.

Stop Vivisection è assai più di una petizione: è una iniziativa cittadina, e cioè un nuovissimo strumento partecipativo varato dal Parlamento e dal Consiglio di Bruxelles nel 2011, che consente di arrivare dritti al cuore del meccanismo legislativo comunitario. I cittadini dell’Ue che raccolgono 1 milione di firme in almeno 7 Stati Membri possono chiedere alla Commissione Europea di mettere mano a normative ancora da varare o rivedere leggi già promulgate: è il caso della Direttiva 2010/63/UE derisoriamente chiamata “sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici”, più propriamente destinata a mantenere il nostro continente in una posizione di stallo scientifico e vergogna morale.

Se le modalità di raccolta delle firme sono a prova di bomba (sovraintendono, infatti, le principali istituzioni comunitarie), i promotori dell’iniziativa – docenti universitari, ricercatori e scienziati –  non sono da meno: garante per la Francia è Claude Reiss, per l’Inghilterra c’è André Ménache, per l’Italia Gianni Tamino, per la Spagna Nuria Querol i Viñas, per il Belgio Daniel Flies, per l’Olanda Robert Molenaar, per la Svezia Ingegerd Elvers. Del comitato promotore fa parte Sonia Alfano insieme con le associazioni Leal ed Equivita. E all’operazione Stop Vivisection hanno già dato il loro sostegno e la loro firma Luigi de Magistris, Moni Ovadia, Gabriele Basilico, Dacia Maraini, Sveva Casati Modignani, Margherita Hack…

Le motivazioni dell’iniziativa ricalcano quelle espresse sei anni fa dal National Research Council americano nel rivoluzionario rapporto ufficiale intitolato Toxicity Testing in the 21st Century: a Vision and a Strategy: la sperimentazione sugli animali – dice in sostanza quel rapporto e dicono un numero crescente di scienziati di tutto il mondo – non offre dati attendibili per la specie umana, perciò va superata al più presto. 

Chi firma per Stop Vivisection (c’è tempo fino a ottobre), si unisce a migliaia di cittadini che chiedono una cosa straordinariamente semplice ancorché inaudita per i grandi gruppi chimico-farmaceutici ed alimentari del mondo e dalla comunità scientifica che attorno ad essi gravita.  
Dice il testo dell’iniziativa: “Considerando sia i chiari motivi etici che si oppongono alla sperimentazione animale sia le evidenze scientifiche che provano l’assenza di predittività del “modello animale” per una ricerca finalizzata alla salute umana, sollecitiamo la Commissione europea ad abrogare la direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e a presentare una nuova proposta che abolisca l’uso della sperimentazione su animali, rendendo nel contempo obbligatorio, per la ricerca biomedica e tossicologica, l’uso di dati specifici per la specie umana.

Ci servono, per stare al NRC americano, visione e strategia. E allora buon 2013 a tutti, che sia saggio, strategico e con dei buoni occhiali per guardarsi attorno!