Cronaca

Pavia, ossa trovate in riva al Po: resti appartengono a donna adulta

E' stata eseguita l'autopsia per stabilire cause della morte e età anagrafica. Sarà il test del Dna a cercare di aiutare i carabinieri nell'identificazione. In un primo momento si era pensato che si trattasse di una ragazzina tra i 10 e i 12 anni. Indagini affidate ai carabinieri

Apparterrebbero ad una donna tra i 35 e i 40 anni le ossa trovate la vigilia di Natale sulle rive del Po a circa settecento metri dal ponte di Spessa Po (Pavia). E’ quanto emerge dall’autopsia eseguita nel pomeriggio all’Istituto di medicina legale di Pavia, secondo quanto riferisce il comando carabinieri della compagnia di Stradella. Escluso quindi che si tratti di un’adolescente, come ipotizzato in un primo momento. Dall’esame non risultano neppure segni di violenza. Mentre è stato confermato che indossava una maglietta e un reggiseno.

Da un primo sommario esame si era ipotizzato che i resti appartenessero ad una ragazzina, forse di 10-13 anni. Le indagini sono condotte dalla Procura di Pavia e gli investigatori stanno verificando gli elenchi delle persone scomparse nell’ultimo anno in Lombardia e nel vicino Piemonte. Quel che è certo è che il cadavere è rimasto nelle acque del fiume per più di un anno.

I resti sono stati ritrovati alla vigilia di Natale sulle rive del Po a circa settecento metri dal ponte. Secondo il quotidiano ‘La Provincia pavese’ a trovare i resti è stato Enrico Lanzi, 59 anni, un ex calciatore di Milan, Varese e Perugia che abita a Spessa Po che stava passeggiando sulla riva con il suo cane. E’ stato proprio l’animale a segnalare al suo padrone la presenza delle ossa, accanto alle quali è stato ritrovata una maglietta intima. Lanzi ha dato l’allarme e sul posto sono arrivati gli uomini dell’Arma. 

I carabinieri hanno subito avviato le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pavia. I resti della ragazza sono stati trasportati all’istituto di Medicina Legale di Pavia dove verranno esaminati per cercare innanzitutto di accertare le cause della morte. Sarà effettuato anche il test del Dna per cercare di risalire all’identità della ragazzina il cui corpo potrebbe essere rimasto nelle acque del Po per oltre un anno.