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Londra, la battaglia politica si combatte (anche) sulla caccia alla volpe

Il giorno di Santo Stefano è dedicato al tradizionale "sport" britannico. Ma una sentenza di condanna di un club di cacciatori molto vicino al premier Cameron fa discutere persino il parlamento. Tra lobby favorevoli e sospetti di campagne mirate

Non si placano le polemiche nel Regno Unito dopo che un famoso gruppo di caccia, un tempo frequentato anche dal primo ministro David Cameron, è stato condannato per aver ucciso delle volpi usando le mute di cani, pratica vietata da una legge voluta dal partito laburista nel 2005. Ora la Rspca, la Royal Society for prevention of cruelty to animals – associazione di volontariato che ha denunciato e fatto condannare il gruppo di caccia Heythrop Hunt, molto presente e molto forte nella circoscrizione elettorale del primo ministro – entra nell’occhio del ciclone per aver speso 320mila sterline, più di 380mila euro, per portare avanti la causa legale. E lo stesso giudice che ha emesso la sentenza di condanna, obbligando quattro cacciatori a risarcire 35mila sterline, ha detto che “si è trattato di uno spreco di denaro pubblico”. Così come molti conservatori hanno visto nella mossa della Rspca “un attacco politicamente orientato. Se questi cacciatori non fossero stati amici di Cameron, questi attivisti non si sarebbero mossi”.

Intanto oggi, 26 dicembre, almeno 300mila britannici, la maggior parte dei quali inglesi, attraverseranno le campagne per sparare. Il giorno di Santo Stefano, nel calendario del Regno Unito, è uno dei giorni tradizionalmente dedicati alla caccia. Ma la Rspca avverte: “Anche quest’anno, come ogni anno dalla legge dei laburisti a oggi, verranno uccise illegalmente molte volpi. Dobbiamo fermare questa crudeltà, dobbiamo evitare che la legge del più forte prevalga. Le volpi non possono portare in tribunale chi le assale. Noi possiamo: e per questo lo facciamo”. Nel processo alla Heythrop Hunt, che si è concluso pochi giorni fa, la Rspca ha portato in tribunale anche registrazioni video e fotografie di cacciatori che inseguono e uccidono alcune volpi. Una pratica, ora illegale, che divide comunque la popolazione del Regno Unito, molto più di quanto la corrida non divida gli spagnoli. C’è chi la reputa una barbarie, chi, invece, la considera una “vera” tradizione inglese, da salvaguardare e da ripristinare, perché no, con una nuova legge. Cameron, negli ultimi mesi, ha più volte promesso un voto “libero” dei parlamentari della House of Commons e persino dei Lord per “sondare” l’opinione dei deputati britannici e per vedere se non sia giunto il tempo di cancellare la legge voluta dal Labour. L’argomento divide e, come ogni anno, torna alla ribalta proprio il 26 dicembre.

Per il momento, la Rspca rilancia la sua battaglia contro la caccia illegale alla volpe. “Concentreremo tutte le nostre forze per denunciare e far condannare chi commette un reato”, fa sapere ora l’associazione. “Le sentenze devono essere più esemplari e le 230 persone che dal 2005 a oggi sono state condannate sono ancora troppo poche, rispetto alla portata del fenomeno”. Proprio alla vigilia di Natale, un gruppo di parlamentari ha scritto alla Rspca lamentandosi per la “mossa politica, non a caso è stata presa di mira la circoscrizione elettorale di Cameron e, con essa, un’associazione molto importante”. Oltre 200 cacciatori fanno parte della Heythrop Hunt, fra questi anche Charlie Brooks, marito di Rebekah Brooks, l’ex amministratore delegato di News International, l’azienda dei media di Rupert Murdoch entrata nell’occhio del ciclone per lo scandalo delle intercettazioni. Inoltre, ne fanno parte alcuni parlamentari, molti nobili – la caccia in Inghilterra è uno dei simboli del classismo ancora imperante – e persino lo stesso David Cameron si è unito al gruppo almeno sei volte. Una vera e propria lobby, contro la quale ora tanti volontari della Rspca stanno portando avanti una battaglia giocata sulla pelle delle volpi.