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Egitto: approvata la nuova Costituzione, ma il governo Morsi perde i pezzi

Via libera alla Carta filo-islamista voluta dal presidente. Secondo i dati del partito dei Fratelli musulmani, Giustizia e Libertà, la percentuale di sì è stata del 64%. L'opposizione annuncia ricorso e denuncia: "E' una truffa". Gli equilibri del governo restano instabili: nelle ultime ore sono arrivate le dimissioni del governatore della Banca Centrale el Oqda, poi smentite, e del vice-presidente Mekki

L’Egitto ha una nuova Costituzione. Stando ai dati diffusi dal partito dei Fratelli musulmani, Giustizia e Libertà, la Costituzione è stata approvata dal 64% circa dei votanti. Il referendum si è tenuto in due tornate, il 15 e il 22 dicembre, in zone differenti del paese, a causa della scarsità di magistrati di controllo dovuta a un boicottaggio da parte della magistratura. “Secondo i nostri calcoli – ha detto un funzionario di Giustizia e libertà che monitora il voto – il risultato finale della seconda tornata è 71% di sì e il risultato complessivo delle due tornate è 63,8% di sì”. La prima tornata, che aveva coinvolto Il Cairo e Alessandria dove la presenza degli islamisti è meno marcata, aveva visto un successo di misura del sì attorno al 56%. 

Approvata, dunque, la Carta filo-islamista voluta fortemente dal presidente Morsi, che nelle ultime settimane aveva provocato proteste e scontri in tutto Paese. Sabato il presidente aveva nominato 90 senatori aggiuntivi, tra cui 8 donne e 12 cristiani, per favorire il “dialogo nazionale” e tendere la mano all’opposizione che aveva duramente contestato il referendum, pur senza arrivare a chiederne il boicottaggio.

Dura al reazione dell’opposizione, secondo la quale la vittoria del “s씑 al referendum sulla Costituzione è “una truffa”, contro la quale “ci appelleremo”. Anche l’ex premier egiziano, Ahmed Shafiq, chiede l’annullamento dei risultati per brogli e irregolarità. In un’intervista al sito al-Watan, l’ex rivale di Morsi alla presidenziali ha detto che si è trattato di una consultazione “falsa e piena di inganni”. “Omologare questi risultati”, ha aggiunto, “perpetuerà l’instabilità nel Paese”.

Le ultime ore però sono state segnate da dimissioni a catena. Il primo ad annunciarle è stato il vice-presidente Mahmoud Mekki, che aveva svolto un ruolo di primo piano nella lotta di parte della magistratura contro il governo di Mubarak. Più tardi sono arrivate quelle del governatore della Banca Centrale, Faruq el Oqda, smentite però in serata dal portavoce di Morsi, Yasser Ali. La situazione economica dell’Egitto resta critica: con le riserve valutarie assottigliate e il Fondo monetario internazionale che ha sospeso il prestito da 4,8 miliardi di dollari inizialmente concesso al Cairo.

Cosa prevede la nuova Costituzione – Il testo è composto di 235 articoli. Secondo i sostenitori, la nuova Carta dota il Paese di istituzioni stabili, mentre per gli oppositori si presta a diverse interpretazioni e contiene poche garanzie sul piano dei diritti civili e delle libertà individuali.

Religione – In base all’articolo 2, i “principi della sharia sono la fonte principale del diritto”. L’articolo 4 stabilisce che in questa materia vanno consultati gli esperti religiosi di al Azhar, mentre l’art. 219 indica che i principi della sharia si rifanno al Corano, all’insieme dei precetti del profeta Maometto e della dottrina della sunna. Formulazione questa che, secondo le opposizioni, si presta per la sua vaghezza interpretativa ad un giro di vite nell’applicazione di uno stato islamico. La nuova costituzione all’art 43 stabilisce che la libertà di credo è un diritto inviolabile e sancisce la libertà di pratica religiosa e di culto per le tre grandi religioni monoteiste. All’art. 45 garantisce la libertà di pensiero e di opinione, anche se all’art. 31 proibisce l’insulto verso “un essere umano” e al 44 quello verso “i messaggeri divini e i profeti”. L’art. 11 stabilisce inoltre che lo Stato protegge “l’etica, la morale e l’ordine pubblico”.

Istituzioni – Per la prima volta la costituzione, all’art. 133, prevede un limite di due mandati di quattro anni per il presidente, che resta comandante supremo delle forze armate e che non può dichiarare guerra senza l’approvazione della maggioranza del parlamento (art. 146). La nuova costituzione crea il Consiglio supremo di Difesa che raccoglie i vertici del governo, del Parlamento e delle forze armate e che, oltre a essere consultato in caso di dichiarazione di guerra, fra suoi compiti avrà quello di esaminare il bilancio delle forze armate (art. 197), argomento sensibile in Egitto.

Diritti – Il nuovo testo cita la parità fra tutti i cittadini “uomini e donne” nel preambolo, e all’art. 33 recita semplicemente che “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”. L’art. 35 stabilisce che nessuno possa essere arrestato se non in flagrante delitto o in base ad un ordine della magistratura. L’art. 198 stabilisce che i civili non possono essere processati dai tribunali militari “salvo per i crimini contro le forze armate”.