Politica

Carceri, Pannella non si ferma: settimo giorno di sciopero. E se ne va dalla clinica

Continua la battaglia del leader radicale per l’amnistia e il diritto di voto dei detenuti. Ha lasciato la struttura contro il parere dei medici: "Sofferenza renale grave". Il ministro Severino gli ha fatto visita, l'appello di Fini e Schifani perché sospenda la protesta

La vita di Marco Pannella è a rischio. La battaglia per l’amnistia e il diritto di voto dei detenuti  può avere sullo storico esponente dei Radicali, considerati i suoi 82 anni di età, conseguenze estreme. Oggi per la prima volta rispetto alle sue storiche lotte civili, Pannella è giunto al settimo giorno di digiuno totale (cioè della fame e della sete). Il leader radicale, che ieri ha accettato il ricovero in una struttura ospedaliera, corre gravi rischi come ha confermato anche oggi il bollettino emesso dal collegio dei medici che lo hanno in cura. Ma nonostante l’allarme ripetuto dei sanitari Pannella continua ad andare avanti nella sua iniziativa nonviolenta.

Il leader radicale soffre ormai di “sofferenza renale grave”, ma ha comunque deciso di lasciare la clinica dove era ricoverato, malgrado la ferma contrarietà dei medici. “I sanitari – spiega il primario Claudio Santini – hanno illustrato nuovamente al paziente i rischi elevatissimi ed imminenti di complicanze gravi, ma l’onorevole Pannella non ha accettato di sottoporsi alle terapie proposte. Tale decisione, che aumenta considerevolmente i rischi e riduce ulteriormente i margini per un intervento medico utile, espone anche il collegio medico a problematiche giuridiche e deontologiche assolutamente rilevanti”.

Pannella è rimastoa in attesa fino a oggi delle reazioni delle istituzioni, ma anche qualche elemento concreto. E le reazioni sono arrivate. Il ministro della Giustizia Paola Severino si è recata nella clinica romana Nostra Signora della Mercede dove è ricoverato il leader dei Radicali, ma non lo ha potuto incontrare perché i medici hanno sconsigliato la visita. Il ministro Guardasigilli ha quindi lasciato alla deputata Rita Bernardini una sua lettera personale per Pannella. Sono intervenuti anche i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani. Il presidente di Montecitorio invita Pannella a sospendere lo sciopero e al contempo esprime “comprensione, apprezzamento e considerazione per le ragioni che hanno indotto Pannella a intraprendere tale forma estrema di protesta”, mentre Schifani assicura in un messaggio a Pannella di condividere e sostenere “le ragioni della tua battaglia per sollecitare l’opinione pubblica sui temi della legalità nazionale e internazionale e sui contenuti del tuo impegno politico e civile”. “Il tuo appello a personalità che condividano gli stessi ideali – aggiunge il presidente del Senato – non cadrà nel vuoto. Le tue condizioni di salute destano però in queste ore grave preoccupazione nel Paese. Ti prego, dunque, di sospendere lo sciopero della fame e della sete; solo in questo modo potrai continuare a combattere per la salvaguardia dei diritti umani con la stessa energia e con il vigore di sempre”.

La Bernardini ieri si è fatta portavoce delle preoccupazioni dei medici: se non interrompe il digiuno totale, Pannella ha davanti a sé solo poche ore (di vita). E’ quanto mai urgente, quindi una immediata reidratazione: “Persistendo il rifiuto ad ottemperare alla prescrizione della idratazione, si conferma ovviamente l’elevato grado di rischio di compromissione della funzionalità renale e di complicanze cardio-circolatorie e si ribadisce il pressante consiglio quantomeno a consentire l’inizio di una terapia reidratante per via endovenosa”, ha scritto nel bollettino medico delle 12 di ieri il professor Santini. “Durante la notte – ha proseguito – ha accusato dolore in regione toracica, della durata di qualche minuto, regredito spontaneamente; nell’ipotesi di un’origine cardiaca ha effettuato un elettrocardiogramma e gli enzimi miocardici, che non si sono comunque alterati”. Più che concreto il rischio di un “danno renale acuto da necrosi tubulare”.

Una situazione che ha allarmato la politica, scesa in campo per manifestare solidarietà al leader radicale e anche per rimproverarlo. Con l’invito anche alle istituzioni e al governo in particolare, di dare risposte alle richieste di Pannella. “Ora Marco Pannella sospenda lo sciopero fame-sete: abbiamo bisogno della sua voce preziosa a difesa dei diritti – scrive Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia Libertà, su Twitter – L’Italia democratica deve essere grata a Marco Pannella per la sua sensibilità verso i diritti negati dei detenuti nelle nostre carceri. In una stagione come questa dove il carcere è semplicemente una discarica sociale, con il silenzio assordante della politica, l’estrema sollecitazione di Pannella deve trovare risposte adeguate, subito”. Poi sono i presidenti (Pd) di Basilicata, Vito De Filippo, e Toscana, Enrico Rossi, a intervenire. “Pannella ha ragione – dichiara Rossi – La sua battaglia sulle pessime condizioni delle nostre carceri è giusta. E’ una lotta per alzare il livello di civiltà del nostro Paese ed è coerente con la Costituzione. Gli esprimo tutta la mia solidarietà”. 

Ignazio Marino del Pd, forte della sue esperienza di medico, ha pregato Pannella di reidratarsi altrimenti rischia di andare in dialisi. Anche il senatore Democratico Roberto Di Giovan Paolo è intervenuto per chiedere a Pannella di ‘fermarsi’ per poter andare avanti nella sua battaglia. E anche dal Prc di Paolo Ferrero, e dal Pdl di Mario Landolfi è salito l’appello all’esecutivo perché faccia il possibile per far desistere Pannella. Infine è arrivato nella mattinata l’allarme della parlamentare del Pdl Melania Rizzoli: “Il personale che lo sta curando, con fermezza e gentilezza, mi ha comunicato che le condizioni generali di Marco destano grandissima preoccupazione e che una emozione potrebbe essergli fatale. Come medico e come parlamentare – ha concluso – mi associo all’appello di Pannella affinché possano venire meno i motivi della protesta che ne sta compromettendo la vita”. E poi ancora attestazioni di solidarietà e sostegno e appelli a sospendere lo sciopero dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, da Vasco Rossi, Pierluigi Castagnetti, Riccardo Nencini, Angelo Bonelli, Debora Serracchiani, Gianfranco RotondiCamere Penali, associazione Antigone.