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Usa, nonostante le stragi la lobby delle armi ottiene garanzie dal potere politico

Il massacro del Conneticut è solo l'ultima di una serie di tragedie provocate anche dalla facilità di portare armi da fuoco. La produzione cresce e le ipotesi di ridimensionare questo diritto fanno schizzare in alto le vendite. Intanto 4 stati preparano una legge che permette di portare la pistola sul posto di lavoro. L'Illinois prova a fare una legge restrittiva e viene stoppato dai giudici. E la Florida sarà il primo stato ad avere a un milione di licenze concesse. Ma il tema è stato oscurato in campagna elettorale

Il 7 novembre, quando non si erano ancora spente le luci dei party organizzati per la rielezione, alla borsa di New York i titoli di Smith&Wesson e Sturm Ruger & Co. guadagnavano in una sola seduta rispettivamente il 9,6% e il 6,8%. Due dei più grossi costruttori di armi degli States, produttori di armi d’assalto come quelle probabilmente utilizzate per la strage di Newtown, vedevano schizzare alle stelle il loro valore a Wall Street grazie al secondo trionfo di Barack Obama, l’uomo che avrebbe dovuto rendere più giusta e meno violenta la società americana. “La sua rielezione farà aumentare le vendite delle armi nei prossimi mesi”, scriveva lo stesso giorno James Barrett, analista della CL King & Associates, società di rating. La previsione degli investitori: Obama dice di voler bandire le armi semiautomatiche, le gente correrà a comperarne prima che sia troppo tardi. E così è stato. Non è un caso che il fatturato del settore sia cresciuto in media del 10% ogni anno dal 2008, inizio del primo mandato: tra il 2001 e il 2007 la crescita era stata del 7%. E non è finita: le vendite, è l’analisi di Bloomberg Businessweek, aumentano giorno dopo giorno grazie alle maglie della legge che si allargano sempre di più.

I dati pubblicati ieri da Smith&Wesson hanno del miracoloso. Nell’ultimo trimestre l’utile netto è stato di 16,4 milioni di dollari, con un + 48% di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2011. Ieri il titolo, che fino alla notizia della sparatoria guadagnava il 3%, ha chiuso con un – 0,63%, ma l’azione di lobbying condotta da decenni a suon di milioni (oltre 11 quelli investiti in chiave anti-democratica nell’ultima campagna elettorale) dalla National Rifle Association per rendere sempre più facile l’acquisto sta macinando risultati. Il 12 dicembre Adam Putnan, commissario all’agricoltura e ai diritti dei consumatori, ha annunciato che la Florida sarà il primo stato a toccare la quota di un milione di cittadini che potranno circolare con un’arma nascosta addosso: il 30 novembre erano stati accordati 993.200 permessi. Il Sunshine State ha fatto scuola: se nel 1987 era stato il primo membro dell’unione a rilasciare la licenza, oggi gli Stati che lo fanno sono 38.

La guerra la si combatte ogni giorno, sotto la pelle del paese. “Le armi non uccidono, sono le persone ad uccidere”, è il sofisma che la potentissima lobby dei costruttori usa per diffondere il suo credo: garantire alle persone il diritto di possedere un’arma rende società più sicura perché funge da deterrente contro la violenza. Funziona: secondo Businessweek, i governi repubblicani di almeno altri 4 Stati, Alabama, Tennessee, South Carolina e Pennsylvania, stanno lavorando ad una legge che permetta ai loro cittadini di portare le armi sul posto di lavoro. Il provvedimento consentirebbe di trasportare una pistola o un fucile e di lasciarli chiusi in auto nel parcheggio dell’azienda, con i 4 Stati in questione che si andrebbero ad aggiungere ai 17 in cui il permesso è già in vigore dal 2003.

L’ultima vittoria della Nra risale a 4 giorni fa. L’11 dicembre la corte d’appello federale di Chicago ha dichiarato incostituzionale la legge che impedisce ai civili di uscire di casa con un’arma carica addosso. Un baluardo potrebbe presto cadere: l’Illinois è l’ultimo Stato in cui è vietato girare armati. Il giudice Richard A. Posner ha dichiarato il provvedimento incostituzionale perché violerebbe il Secondo Emendamento, che garantisce il diritto di ogni americano di detenere e portare un’arma. Ora i legislatori hanno 180 giorni per rielaborare il testo e non è escluso che il caso finisca davanti alla Suprema Corte. Un risultato importante anche dal punto di vista simbolico perché riportato dai produttori nella città in cui fino al 2008 era proibito persino tenere una pistola in casa e anche perché arrivato nello stato di Barack Obama. Che, tuttavia, in 4 anni di mandato non ha fatto nulla per evitare che la società americana somigliasse sempre di più ad una santabarbara pronta ad esplodere. Anzi. Né lui né il suo sfidante Mitt Romney in campagna elettorale hanno voluto affrontare in maniera organica l’argomento. In una sola occasione, il 16 ottobre durante il secondo dibattito, Obama ha detto di “considerare un nuovo bando alle armi d’assalto” dopo quello terminato nel 2004. Il presidente ha anche sulla coscienza fatti incontrovertibili: l’unica volta che si occupato delle armi è stato nel 2009 – riporta Thinkprogress.org – quando ha concesso a chiunque possieda un’arma di portarla con sé nei parchi nazionali. Questa volta, però, Obama potrebbe essere costretto a fare quello che ha solo promesso e non ha avuto il coraggio di fare.