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Delitto e castigo a Gerusalemme Est

Eh voilà: niente di nuovo sotto il sole cupo dell’occupazione secondo Israele. Scrivo “secondo Israele” perché in base alla IV Convenzione di Ginevra, ogni potenza occupante sarebbe obbligata a garantire la sicurezza e i diritti dei civili sotto occupazione. Sarebbe ma non è.

Israele non ha mai protetto i civili dei Territori occupati palestinesi e lo dimostra ancora una volta la sua reazione a dir poco vendicativa alla “promozione” della Palestina da entità a Stato osservatore dell’Onu, la settimana scorsa. Nel giorno in cui il presidente palestinese Abu Mazen è tornato a Ramallah, accolto come un eroe, il governo guidato da Bibi Netanyahu – che secondo i pronostici dovrebbe vincere le elezioni del 22 gennaio- ha confermato che “ Israele continuera’ a costruire a Gerusalemme e in ogni luogo della mappa degli interessi strategici dello stato di Israele”, quindi anche nella zona East1, cioè l’area tra Gerusalemme Est e la Cisgiordania, cioè la Palestina, come aveva rivelato tre giorni fa il quotidiano Haaretz. Questo per far capire chi comanda.

La colonizzazione di Gerusalemme Est è aumentata da quando, 4 anni fa, si è costituito questo governo che mette assieme religiosi e affaristi di destra. E’ proprio la zona est della Città Santa dove sorge la spianata delle moschee e il sito archeologico City of David il problema più delicato per ebrei e musulmani in generale, non solo per i palestinesi. E’ lì infatti che sorge la moschea di Al Aqsa, il terzo luogo di culto in ordine di importanza per l’islam. Abu Mazen è stato chiaro all’Onu. Ha sottolineato che lo Stato palestinese deve avere come capitale Gerusalemme Est. Ribadendolo non si è macchiato di “unilateralità” perché Gerusalemme Est capitale della Palestina sarebbe già un dato di fatto secondo la legge internazionale, in base alla già citata Convenzione di Ginevra e ai trattati stipulati negli anni tra Israele e Olp.

Ma Israele non permetterà mai che questo accordo si traduca in realtà perché identifica pretestuosamente, come spiegano alcuni archeologi e storici israeliani nel documentario che feci per Current tv nel 2010 (intitolato “Gerusalemme sotto assedio“) tutta Gerusalemme con l’identità ebraica, tanto che già nel 1981 se l’è annessa unilateralmente. Da notare che l’unilateralità in questo caso dovrebbe essere accettata da tutti. Per assicurarsi che nessuna risoluzione dell’Onu né trattato possa portargliela via, Israele da anni ha accelerato e aumentato la confisca delle case donate ai palestinesi profughi del ’48 in vari quartieri dellla zona est, come Silwan e Sheik Jarrah, e in generale delle case abitate dagli arabi che dalla spartizione vivono nella zona orientale della Città santa. Con l’annuncio della colonizzazione dell’E1, non c’è più speranza che Gerusalemme Est diventi la capitale dello Stato palestinese. Ve la immaginate una capitale circondata da un insediamento colonico che la divide dallo Stato che dovrebbe rappresentare? E’ un non sense. Per questo, finché continuerà l’occupazione di Gerusalemme Est, lo Stato palestinese rimarrà solo sulla carta.

P.s. Israele ha anche annunciato che “tratterrà”, per ritorsione all’upgrading palestinese, le tasse – circa 120 milioni di euro – che i palestinesi hanno versato e che servono all’Autorità nazionale palestinese per pagare l’elettricità. Essendo una potenza occupante, Israele raccoglie le tasse e poi le gira all’Autorità Nazionale Palestinese, ma, ancora una volta, viola le convenzioni quando le confisca.