Politica

Roma, Marchini si candida a sindaco: “Ma niente Pd, meglio una lista civica”

L'annuncio dell'imprenditore in vista delle elezioni comunali di primavera: "Perché corro? Per passione. La città ha bisogno di una grande operazione di manutenzione ordinaria e straordinaria". Ma, nonostante le tradizionali simpatie della sua famiglia (di costruttori), nessun rapporto con il centrosinistra

Si candiderà per la poltrona di primo cittadino di Roma. L’imprenditore Alfio Marchini conferma la sua candidatura, ipotesi circolata nelle ultime settimane. E lo fa in televisione, ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora su Rai Tre. “Lanceremo una lista civica, primo passo di un progetto più ampio, un movimento civico metropolitano – ha detto Marchini, 47 anni, erede di una dinastia romana di costruttori tradizionalmente legata alla sinistra – La risposta alla domanda sul perché mi candido è in una parola: passione. Nella nostra famiglia c’è sempre stata grande passione per la politica”. Ha poi aggiunto: “Bisogna fare qualcosa. L’offerta politica e partitica non soddisfa né le mie aspettative né quelle del 40-50% della gente, sia a livello locale che nazionale”.

Entrando nel merito e parlando di cosa farebbe se diventasse sindaco, ha dichiarato: “Oggi Roma ha bisogno di tutto fuorché di una nuova espansione di costruzioni. Roma deve fare una grande operazione di manutenzione ordinaria e straordinaria”. “Speravo che Alemanno, pur non avendolo votato, potesse essere il Petroselli (sindaco comunista di Roma dal 1979 al 1981) di destra, ma non lo è stato – ha affermato Marchini – Molti sono delusi da lui, ma non voteranno per il Pd“. Sul perché non si candidi per il Partito democratico, a cui è sempre stato vicino, l’imprenditore ha detto che nel Pd “non c’è nulla di sbagliato, c’è qualcosa di non ancora completato”. Marchini ha criticato le regole scelte per le primarie del centrosinistra “che escludono invece di includere”, ma ha definito le stesse primarie “una manifestazione straordinaria di coraggio di entrambi i contendenti” giunti al ballottaggio. “Non ho votato – ha affermato – perché riconosco a tutti e cinque i candidati caratteristiche di grandissima qualità, ma avrei dovuto metterli assieme per avere il mio candidato ideale”.

Pronta la risposta del consigliere comunale Pdl Maurizio Berruti: “Governare Roma, così come la politica, sono una cosa seria. E non si può governare con l’immagine che sicuramente non risolve i problemi sostanziali della gente. Lasci perdere, non è cosa per lui. Quelli come lui per anni sono andati a braccetto con la sinistra alle spalle di Roma con il risultato di quasi 13 miliardi di debiti che i romani stanno pagando e continueranno a farlo per chissà quanto tempo ancora”.