Politica

Ddl stabilità, sindaci pronti a dimissioni di massa contro i tagli

Mentre la Camera approva la fiducia all'articolo uno del provvedimento (nel pomeriggio è arrivata anche la seconda fiducia), i primi cittadini protestano. L'Anci vorrebbe "una revisione del patto di stabilità, che le tasse locali rimanessero a livello locale con l'Imu tutta ai Comuni, rinunciando ai trasferimenti statali, e che si tenga conto dei tagli per quasi 10 miliardi"

L’annuncio è arrivato proprio mentre la Camera votava la fiducia – 426 sì, 88 no e 21 astenuti – all’articolo uno del ddl Stabilità: “I sindaci sono pronti a dare le dimissioni in massa se la legge di stabilità non cambierà”. Una delegazione dell’Associazione dei Comuni lo ha detto oggi al ministro dei Rapporti con il Parlamento Giarda, in un faccia a faccia alla Prefettura di Milano, nel giorno in cui l’Anci in piazza contro le politiche del Governo. Il presidente Graziano Delrio è poi stato molto esplicito, aggiungendo che “i Comuni chiedono al governo e al Parlamento di togliere i tagli previsti nella legge di stabilità su cui hanno già proposto degli emendamenti altrimenti il 2013 sarà l’anno del funerale dei Comuni”.

In mattinata Delrio era intervenuto anche ‘Prima di tutto’, su Rai radio 1: “Abbiamo chiesto al Governo che dopo avere spento l’incendio in Europa non si spostasse l’incendio in periferia”. Delrio invita a “dare risposta a tre problemi fondamentali: vorremmo una revisione del patto di stabilità, che le tasse locali rimanessero a livello locale con l’Imu tutta ai Comuni, rinunciamo ai trasferimenti statali, e che si tenga conto che abbiamo subito tagli per quasi 10 miliardi arrivando al 2013 e quindi la situazione delle casse comunali è preoccupante”. Per il presidente Anci “diventa preoccupante dunque lo stato dei servizi ai cittadini, sociali e di sicurezza”. 

Il primo cittadino di Reggio Emilia ha sottolineato infine che “i disastri di queste settimane sono anche il frutto di una mancata attivazione delle risorse comunali perché ci legano mani e piedi. Il Governo aveva promesso che avrebbe risposto con la legge di stabilità, ma mancano pochi giorni all’approvazione definitiva, vorremmo sapere dove sono queste risposte”. Nel, pomeriggio, poi, è arrivata anche la seconda fiducia dall’aula di Montecitorio: i sì sono stati 433, i no 85 e gli astenuti 18. E, in serata, la terza con con 395 sì. Gli astenuti sono stati 10 e i no 75.