Politica

Caso Salsi, a Roma attiviste discutono sul maschilismo di Grillo e del M5S

Dopo il post contro la consigliera comunale di Bologna che ha partecipato a Ballarò, le donne del movimento della capitale si sono riunite: nessuna dichiarazione in video, ma critiche precise alle regole che favoriscono gli uomini e alla frase del comico sul punto G

Ci sono volute più di due ore e mezzo per scoprire il parere delle donne 5 stelle romane sul ‘caso Salsi‘, ma alla fine la risposta è arrivata: “La frase di Grillo sul punto G a noi non è piaciuta, è stata molto offensiva, avremmo preferito che la consigliera comunale di Bologna venisse contestata nel merito del suo intervento e non per il solo apparire in una trasmissione”.

Il 6 novembre al caffè letterario di viale Ostiense le donne del movimento romano si sono riunite per discutere di politiche di genere nel consueto tavolo di lavoro. Le prime arrivano intorno alle 18. Proviamo a chiedere un’intervista e se è possibile riprendere con una telecamera il dibattito. Vogliamo sapere se davvero il comico genovese ha peccato di “maschilismo figlio della cultura berlusconiana” nel criticare la partecipazione di Federica Salsi alla trasmissione Ballarò di martedì scorso. E vogliamo conoscere il loro parere sul post tanto discusso.

Niente da fare. Le telecamere non sono gradite. Prendiamo appunti col taccuino. Otteniamo così il permesso di seguire il tavolo di lavoro. Poco dopo l’inizio del dibattito arrivano le critiche al M5S per la sottorappresentazione femminile, per il maschilismo imperante nei municipi, tra i certificatori e referenti di turno, per i requisiti di candidabilità. “Chi non è attivo non può addirittura votare, questo diritto non si toglie nemmeno ai carcerati!” afferma Monica che critica le maglie strette delle regole imposte a livello locale. In base al regolamento del movimento romano possono partecipare alla selezione dei candidati comunali e regionali coloro che si sono iscritti prima del 19 luglio e hanno alle spalle un certo attivismo: banchetti, tavoli e riunioni municipali.

Le donne con bimbi e famiglia a carico lamentano di non poter raggiungere tali requisiti e di aver svolto attività in altri ambiti, relazioni con il territorio e le associazioni, poco considerati dai responsabili locali. “Gli orari dei banchetti li stabiliscono sempre gli uomini” afferma con stizza Nicoletta “e tra cinque referenti nei municipi, tutti maschietti, c’è ne uno che non possiede nemmeno i requisiti per votare”. A quel punto, un’attivista arrivata da poco chiede perché ci sia una giornalista al loro tavolo. Si apre un nuovo dibattito e alla fine tutte concordano di escluderci. Temono che il loro dissenso venga strumentalizzato.

Così aspettiamo la fine dell’incontro per chiedere un resoconto del dibattito. La risposta è che troveremo tutto online, sul forum, non c’è dunque bisogno di raccontarlo a voce. Insistiamo e chiediamo una sintesi delle proposte fatte. “Noi vogliamo dire le cose a modo nostro, non secondo i vostri schemi” è la frase ricorrente pronunciata da una di loro. E ancora: “Non siete autorizzati a filmarci, vi quereliamo”. Hanno nominato un portavoce temporaneo del gruppo, ci rivolgiamo a lei. Anche se la ragazza sembra voler parlare, viene zittita da una voce non concorde.

Dopo una lunga discussione ecco il parere sul caso Salsi. Sono tutte contrarie, all’unanimità. “Grillo ha sbagliato”, spiegano. Allora perché non dirlo chiaramente e non mostrare solidarietà verso una vostra rappresentante in difficoltà? “Perché scrivereste che le donne 5 stelle sono in rivolta, ci sarebbero titoloni sui giornali, noi vogliamo il bene del movimento e voi volete distruggerlo”. “E’ un momento delicato, siamo sotto elezioni regionali e politiche, dobbiamo tenere un profilo basso, questa attenzione dei media non ci aiuta” chiarisce Barbara, che aggiunge “ci sono problemi interni che dobbiamo affrontare”. Da quello che emerge dal dibattito femminile l’attenzione del movimento verso le donne è scarsa: “In effetti non c’è un coordinamento nazionale a noi dedicato, bisognerebbe farlo” risponde la moderatrice del gruppo.

La critica a Grillo non diventa comunque un elogio o un sostegno per Federica Salsi: “Se l’è cercata”, “chi è del movimento deve seguire la linea e non partecipare ai talk, se no vai d’altra parte”, “Grillo è un comico e quella frase, anche se poco elegante, fa parte della sua natura”. E i commenti degli attivisti al post, “puttana”, “cogliona”, “schiava del sistema tutta bagnata”? ”Pesanti, ma purtroppo la Salsi ci deve stare, non doveva andare da Floris, soprattuto dopo il caso Favia” afferma una signora simpatizzante del movimento che con la figlia ha partecipato per la prima volta al tavolo 5 stelle. “Si sa Floris è furbo, e quel talk è frutto della partitocrazia a cui il movimento si oppone” afferma un’altra.

Poche tra loro hanno visto la puntata di Ballarò, ma spiegano di aver saputo che la Salsi ha fatto una brutta figura ed è stata strumentalizzata. “Ognuno di noi con un’intervista potrebbe essere usato contro il movimento” afferma Giovanni, che sempre al caffè letterario ha partecipato al tavolo sull’ambiente. Dal blog di Grillo arrivano le indicazione per i “dummies”: niet per La7, Rai, Mediaset. No ai talk, ma sì alle interviste per far conoscere il movimento.

Chiediamo ai militanti dove pensano di fare il confronto con le altre forze politiche, quale sarà l’arena adatta: “La stiamo studiando, troveremo il luogo idoneo”. Grillo è noto, ma come si fa a conoscere i candidati 5 stelle se non si espongono e non si fanno avanti è la domanda successiva: “Stiamo scegliendo i portavoce, dateci un paio di settimane e avrete i referenti scelti dal forum con cui poter parlare. In più struttureremo un ufficio stampa. Adesso farci delle domande è come fare un’intervista ad un bambino di 5 anni”.

Una spiegazione del no alle telecamere la dà Roberto: “Il video è una cosa personalissima. Se io appaio divento automaticamente il volto del movimento e non ho nessun diritto a farlo, mi ergerei rispetto agli altri soltanto perché i media mi hanno selezionato a caso. Ma io non voglio essere scelto da voi, ma dagli attivisti”. E ancora: “Noi non decidiamo a maggioranza, seguiamo la regola della condivisione, anche un’unica voce va ascoltata” ci dice la portavoce del gruppo.