Emilia Romagna

Il punto D

Grillo è brutto e cattivo, ogni tanto anche razzista e maschilista. Certamente populista. È facile dopo la partecipazione di Federica Salsi a Ballarò prendersela con il padre padrone del movimento. Ma la polemica di questi giorni, come le altre che l’hanno preceduta, sono inutili se non mettono a fuoco il centro della questione. E questo centro è semplicissimo: riguarda il Debito che ogni attivista ha nei confronti di Grillo.

IL PADRE-PADRONE NON RINUNCIA
Grillo è il padre-padrone del movimento e non rinuncia a esserlo. Sa che senza la dote di visibilità ereditata dal suo passato televisivo non sarebbe stato possibile dare il via un’azione politica come quella dei 5 Stelle. Le ragioni del debito degli attivisti nei confronti di Grillo stanno tutte qui. Si tratta di un debito, però, in cui risiedono enormi opportunità di cambiamento: un cambiamento, però, che è tutto nelle mani degli attivisti, non di Grillo. Una possibilità che si dà solo attraverso il ribaltamento di quei codici del Novecento che sono alla base di una crisi di cui non si intravede l’uscita se anche la Merkel la rinvia a tra cinque anni. Forse perché l’uscita non c’è se continuiamo a ragionare come sempre in passato.

LA BUONA EDUCAZIONE NON É PIÚ UNA VIRTÚ
E tra i codici del passato da ribaltare uno é fondamentale: quello economico. Attraverso atti simbolici, ma concreti, come l’autoriduzione degli stipendi degli eletti. È un tema che non riguarda solo il personale politico, ma la distribuzione della ricchezza in tutta la società. Con l’autoriduzione si alza il velo sul tabù che impediva di porre domande sul denaro e chi lo possiede. Chi ha dubbi riguardo all’esistenza di questo tabù può un’occhiata al video qui sotto, che riprende i partecipanti del mondo della finanza a una cena di fundraising organizzata da Matteo Renzi.

È interessante in particolare il tono moralistico con cui banchieri, finanzieri e speculatori dichiarati, richiamano la giornalista a “essere educata”. Su certi temi, quelli che dirigono le nostre vite, la maleducazione può essere una virtù. In primo luogo la maleducazione nei confronti del potere responsabile dei disastri in cui siamo immersi.

 

 

L’EGUALITARISMO ECONOMICO È IL VERO TABU, ALTRO CHE IL PUNTO G

La vera novità della politica a 5 Stelle è la rivendicazione egualitaria nei confronti della casta, ma che va oltre essa. Una novità che costituisce l’unico vaccino democratico all’interno di un processo di formazione del consenso che è invece, del tutto personalistico, e in prospettiva, anche totalitario.

Neppure negli anni ’70 è esistito un movimento politico di massa che si sia posto in modo così deciso rispetto alle diseguaglianze economiche: la diseguaglianza è stato finora un tema accademico. Il popolo non doveva alzare la testa su questo punto. La sinistra, che oggi disprezza Grillo più di quanto non facciano i suoi elettori, non lo ha mai sollevato. Peggio. La sinistra ha svolto spesso la funzione utilissima di calmierare “l’invidia sociale”.  Questa è la ragione profonda per cui il movimento di Grillo è osteggiato dai partiti tradizionali e dai conservatori: perché mette l’egualitarismo concretamente al centro delle diseguaglianze economiche pretendendo che vengano sanate. Ora, non domani. A partire da chi ci rappresenta, dagli eletti. Il motivo per cui Grillo fa paura è questo, non perché riveste di moralismo questa rivendicazione. Il fatto poi, che Grillo stesso sia ricco, non ne inficia minimamente la posizione politica, sopratutto se la critica giunge da chi con i soldi pubblici ha lucrato e fatto affari indegnamente negli ultimi decenni.

SALDARE IL DEBITO CONTRATTO ALLA NASCITA VIOLANDO IL TABU’ DEL DENARO. A PARTIRE DAL DEBITO.
Qual’è il debito che gli attivisti del M5S hanno contratto con Grillo: quello di essere nati. Ma si può saldare un debito di questo tipo? No. Evidentemente no. A un inizio di questo tipo corrispondono solo due prospettive. La prima é di continuare a affidarsi al leader per poi tagliargli la testa appena terminato il tempo delle illusioni e l’altra che é quella di affrancarsi dal capo. Questa in realtà è l’unica possibilità che hanno gli attivisti dii saldare il debito iniziale con Grillo: crescere, cioè. Diventare adulti andando oltre il sentiero tracciato dal “padre”. Non (solo) in termini elettorali, ma sopratutto in termini culturali. Purtroppo non è possibile diventare adulti con le rivendicazioni, ma con le azioni. E il modo per farlo non é quello di installare webcam in tutti le sedi rappresentative, ma di andare oltre la provocazione di Grillo e l’autoriduzione dello stipendio con azioni precise. Come per esempio la sospensione del debito e l’attribuzione delle responsabilità al medesimo. Quelle azioni che finora sono mancate, o sono state insufficienti, da parte degli eletti. Il caso della giunta di Parma è emblematico. Perché non si dichiara, per esempio, che il debito accumulato dai predecessori semplicemente non si può pagare? Pena la schiavitù economica? È maleducazione nei confronti del potere questa? Forse. Ma necessaria.

È una sfida enorme, quella di crescere politicamente. In questo paese, dal Risorgimento in qua, passando per la Resistenza, e arrivando fino a Tangentopoli, finora non c’è riuscito nessuno. Ogni volta il potere ha inglobato gli ultimi arrivati. E non c’è democrazia liquida che tenga per vaccinarsi da questo processo. Se il M5S riuscirà a farlo allora il debito sarà saldato e Grillo sarà soltanto colui che ha acceso la miccia. Se non ce la farà, se non ce la faremo, tra vent’anni, o molto meno, saremo qui a leccarci ferite ancora più profonde di quelle di oggi.

In bocca al lupo.