Cronaca

Roma, i pompieri precari realizzano il bar. “Uno di loro era anche pagato al nero”

Una decina di "discontinui" dei vigili del fuoco impiegati per edificare il bar del Dipartimento di via Cavour. Protesta l'Usb: "Non credo che il mestiere di muratore o piastrellista sia previsto". Peraltro tutto avviene in un edificio dell'Unicredit che, secondo la spending review, sarà abbandonato dal Corpo

I pompieri per realizzare un bar all’interno della caserma. E’ successo a Roma, al Dipartimento di via Cavour 5: per edificare il bar all’interno dello stabile (peraltro di proprietà dell’Unicredit) sono stati impiegati una decina di vigili del fuoco. “Tra di loro figura anche un precario a nero – denuncia Costantino Saporito, coordinatore nazionale Vv.f. dell’Unione dei sindacati di base – Un dipendente del ministero dell’Interno pagato senza contributi: un paradosso tutto italiano. L’operazione nel suo complesso è totalmente illegale visto che l’articolo 2103 del codice civile prevede che il prestatore di lavoro deve essere adibito per la mansione per la quale è stato assunto. Non credo che il mestiere di muratore o piastrellista ricada tra i compiti previsti per un vigile del fuoco”.

Uno spreco di risorse e di soldi pubblici che avviene proprio mentre la spending review impone di abbandonare gli edifici non di proprietà: ironia della sorte anche quello di via Cavour ricade in questo elenco. ”Proprio mentre l’amministrazione dichiara di avere ben 44 sedi disagiate – spiega Saporito – bisognose di interventi che non vengono effettuati, i precari vengono impiegati prioritariamente per lavoretti troppo spesso inutili, non inerenti il servizio d’istituto e, come in questo caso, per sedi che dovranno essere abbandonate proprio per ottemperare alla spending review. Il tutto senza considerare che si formano vigili del fuoco per fargli fare tutto tranne che il proprio mestiere”. Il coordinamento nazionale Usb dei vigili del fuoco ha segnalato la vicenda a vari livelli istituzionali, dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri al prefetto Paolo Francesco Tronca ma non ha ottenuto nessuna risposta. L’unico risultato ottenuto, dichiara Saporito, è che “a seguito di questa denuncia è partita la caccia alle streghe per trovare la ‘talpa’ che ha svelato il tutto. Anche per questo motivo abbiamo segnalato la vicenda alla Corte dei Conti spiegando che tale episodio è solo l’ultimo di una serie di azioni al limite della legalità che vedono coinvolti i nostri superiori”.

Una casistica diffusa denunciata anche dal senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica alla stessa Cancellieri. “I discontinui – scrive in un’interrogazione presentata il mese scorso – fanno tutto tranne i vigili del fuoco. E’ infatti enorme la platea di lavoratori assegnati ad altri incarichi diversi da quelli attinenti la professione, vi è tutta una serie di muratori, giardinieri, cuochi, baristi, bagnini, spiaggini, pizzaioli, mattonatori, piastrellisti, meccanici, idraulici, carrozzieri, portinai, postini, autisti, musicisti, c’è di tutto tranne il vigile del fuoco. O meglio, legati alle attività di soccorso tecnico urgente alla popolazione. Gli effetti di questo demansionamento così come affermato da una sentenza della Corte di cassazione (n. 4773 del 9 marzo 2004) si traducono in un danno che oltre ad attenere alla sfera della dignità del lavoratore è di origine patrimoniale”.“Dopo aver denunciato la presenza di ben 44 sedi disagiate – ha scritto – l’amministrazione si prodiga per ben altre tipologie di problemi, impiegando ancora una volta lavoratori precari utilizzati per mansioni inferiori alla loro qualifica, non per ristrutturare dette sedi, ma per rifare alloggi ai super dirigenti del Corpo, per ristrutturare il Cie di Lampedusa di competenza addirittura di un altro dipartimento e in ultimo nell’installazione di un bar in una sede, quella appunto del Dipartimento, non di proprietà e che dunque in base alla nota Spending review dovrà essere abbandonata per passare in un’altra di proprietà”. Inutile aggiungere che l’interrogazione del senatore al momento non ha ottenuto risposta.