Cronaca

Crac Deiulemar, sequestro per 40 milioni di euro. “Dividendi in paradisi fiscali”

Il provvedimento contesta un’ingente evasione fiscale internazionale alla compagna di navigazione e di trasporto merci di Torre del Greco, fallita dopo aver intascato i risparmi di circa 13.000 investitori. A luglio, i proprietari - tutti appartenenti alle famiglie Della Gatta, Iuliano e Lembo - erano stati accusati a vario titolo di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, raccolta abusiva di risparmio, false comunicazioni sociali e riciclaggio

Un immobile a Capri in via Marina Piccola, un prestigioso fabbricato nella elegante via Crispi di Napoli, un po’ di case e negozi a Torre del Greco nelle vie dello shopping. Fanno parte dei 40 milioni di euro per equivalente sequestrati su ordine del Gip del tribunale di Roma nell’ambito dell’inchiesta sul crac miliardario di Deiulemar, la compagna di navigazione e di trasporto merci di Torre del Greco, fallita con molto rumore dopo aver intascato i risparmi di circa 13.000 investitori, quasi tutti residenti nel vesuviano. Il provvedimento contesta un’ingente evasione fiscale internazionale accertata attraverso una verifica fiscale nei confronti di una delle società del gruppo, la Deiulemar shipping spa (anch’essa in fallimento): 216 milioni di euro di dividendi, una maxitorta spartita tra i soci in maniera occulta, dal 2005 al 2008, attraverso una fittizia interposizione di società estere.

Nel luglio scorso, la procura di Torre Annunziata ha eseguito nove misure cautelari nei confronti dei proprietari di Deiulemar, tutti appartenenti alle famiglie Della Gatta, Iuliano e Lembo, i fondatori della compagnia, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, raccolta abusiva di risparmio (e in particolare la raccolta di obbligazioni ‘extrabilancio’ per oltre 800 milioni di euro), false comunicazioni sociali e riciclaggio. Già in quell’occasione la magistratura vesuviana dispose il sequestro di 10 imbarcazioni (del valore complessivo di quasi 300 milioni di euro) e dell’albergo Sakura di Torre del Greco, del valore di circa 28 milioni di euro. Su ricorso di alcuni avvocati, l’inchiesta è stata trasferita alla Procura di Roma perché tra le parti lese della bancarotta figura un magistrato operante a Torre Annunziata.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Napoli, le imposte evase attraverso il giro delle società estere riconducibili ai soci di fatto di Deiulemar ammonta a oltre 33,5 milioni di euro. Ai quali bisogna aggiungere 6 milioni e mezzo derivanti da un precedente accertamento della Direzione regionale delle Entrate per la Campania.