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Afghanistan, morto uno dei 4 militari italiani colpiti in uno scontro a fuoco

I soldati coinvolti erano impegnati in una attività di pattuglia nell'abitato del villaggio di Siav. Gli altri tre alpini feriti "non sono in pericolo di vita, ma uno di loro ha riportato ferite gravi". Sono 52 i militari italiani morti dall’inizio della missione Isaf in Afghanistan nel 2004

Un militare italiano, il Caporale Tiziano Chierotti, 24anni originario di San Remo, è stato ucciso mentre altri tre alpini sono rimasti feriti in seguito ad uno scontro a fuoco con insorti nella provincia di Farah in Afghanistan, durante un’operazione congiunta con l’esercito afgano.

Lo scontro a fuoco, durante il quale è stato ucciso un soldato afgano, è avvenuto nel distretto di Bakwa, a sud di Herat, nel corso di un’operazione congiunta della Task Force South East con unità del 207/o Corpo dell’esercito afgano. Secondo le prime ricostruzioni, i militari italiani coinvolti erano impegnati in una attività di pattuglia nell’abitato del villaggio di Siav – a circa 20 km a ovest della base operativa avanzata Lavaredo di Bakwa, dove è basata la Task Force South East costituita dal 2/o reggimento alpini – quando sono stati attaccati con armi da fuoco da un gruppo di insorti.

Il caporale Chierotti era effettivo dal 2008 al 2/o reggimento alpini di Cuneo, inquadrato nella brigata alpina Taurinense. Le condizioni del militare, ferito all’addome, sono apparse subito molto gravi. Era stato evacuato in elicottero e trasportato in un ospedale militare da campo, dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico, ma non c’è stato nulla da fare. Gli altri tre alpini coinvolti nello scontro a fuoco e rimasti feriti hanno riportato lesioni alle gambe e non sarebbero in pericolo di vita. 

Con lo scontro di oggi, per cui la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per “attentato con finalità di terrorismo”, salgono a 52 i militari italiani morti dall’inizio della missione Isaf in Afghanistan, nel 2004. Di questi, la maggioranza è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni per malore ed uno si è suicidato. 

Il capo di Stato maggiore della Difesa, Biagio Abrate, a nome delle Forze Armate e suo personale, ha espresso ai familiari del caporale Chierotti il “profondo cordoglio per la sua scomparsa” e al capo di Stato maggiore dell’Esercito, Claudio Graziano, “la propria tristezza e i sentimenti di vicinanza alla Forza armata per il lutto che l’ha colpita”.

E il Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola ha dichiarato: “Sappiamo che questa fase della presenza italiana in Afghanistan è la più delicata e complicata. Il Governo si è impegnato a rispettare le date del ritiro in accordo con gli alleati transatlantici, fino a completare la transizione verso le forze di sicurezza afgane. Tiziano non ti dimenticheremo. Grazie del tuo esempio quotidiano e del tuo impegno fino all’estremo sacrificio”.

“Noi dell’Idv, che siamo stati gli unici in Parlamento a votare contro il rifinanziamento delle missioni militari, chiediamo con forza che si scriva la parola fine a tutto questo e che i nostri ragazzi tornino a casa. Purtroppo quando il governo si renderà conto che il contingente italiano è impegnato in una guerra guerreggiata, e non in una missione di pace, sarà troppo tardi”. Lo afferma in una nota il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. “Esprimo a nome mio e dell’Italia dei Valori profondo cordoglio e commozione – conclude l’ex pm – per la morte del soldato italiano, che era rimasto ferito in uno scontro a fuoco a Farah, in Afghanistan. Ci stringiamo al dolore della famiglia e dei suoi colleghi, e auguriamo pronta guarigione agli altri militari colpiti”.

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha comunicato ”il cordoglio per il militare italiano morto oggi in Afghanistan e la nostra solidarietà ai feriti. Si tratta dell’ennesimo episodio che dimostra come quella in Afghanistan sia una vera e propria guerra e che le nostre truppe dovrebbero andarsene, subito. L’Italia deve ritirare i militari e occorre aprire la strada ad un’azione diplomatica che parta dal ritiro delle truppe occidentali”.