Cronaca

Roma, disoccupato e padre di sei figli si dà fuoco davanti al Quirinale

Romeno, 55 anni e con gravi problemi economici. Florin Damian aveva scritto a Napolitano e dagli uffici del presidente era stata spedita una risposta e una segnalazione ai servizi sociali di Torino perché l'uomo fosse aiutato. L'evoluzione delle condizioni dell'uomo viene seguita dal capo dello Stato

Romeno, 55 anni, padre di sei figli e con gravi problemi economici. Si sanno queste poche informazioni sull’uomo che poco prima delle 14 si è dato fuoco davanti al palazzo del Quirinale, residenza del presidente della Repubblica. Il gesto improvviso è stato notato da un carabiniere che è intervenuto con una coperta per spegnere le fiamme, rimanendo lievemente ustionato a una mano. Lo straniero, che voleva manifestare le sue difficoltà, è stato immediatamente soccorso dal personale del 118 con ustioni di terzo sulle mani e sulle braccia e di secondo grado sul collo. E’ stato ricoverato all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, dove i medici in un primo momento hanno dichiarato la prognosi riservata anche se l’uomo, residente in Piemonte a Pinerolo, non sarebbe in pericolo di vita nonostante le numerose ustioni riportate. E’ stato così veloce ad agire che per le forze dell’ordine presenti è stato impossibile fermarlo, il militare dell’Arma ferito  presta servizio presso i carabinieri della Presidenza della Repubblica. Sembra che l’uomo fosse esasperato dal non potere garantire alla sua famiglia neanche il necessario perché disoccupato da tempo dopo essere stato licenziato. Lavorava come camionista per una grossa ditta di autotrasporti trentina. 

L’uomo ha il 30% del corpo coperto da ustioni e di queste il 25% sono profonde. Soprattutto su gambe, cosce, mano e una parte della faccia. Allo stesso, secondo il personale medico, viene valutata la sua situazione con altri esami: “Il paziente purtroppo non gode di un buono stato di salute complessivo”. Saranno decisive quindi le prossime ore per capire se l’uomo sopravviverà alle ustioni.

”Abbiamo visto un uomo a terra e sentito che stava piangendo” raccontano alcune ragazzi che stavano per entrare alle Scuderie del Quirinale “Eravamo appena arrivati in piazza, io e mio marito, quando abbiamo visto un assembramento di forze dell’ordine intorno ad un uomo steso a terra con sopra una coperta marrone. Abbiamo capito che era successo qualcosa di grave” spiegano due anziani coniugi romani, che raggiunta piazza del Quirinale per assistere al cambio della guardia. “Abbiamo visto che si muoveva – ha aggiunto la donna – ed era quasi del tutto privo di abiti. Subito dopo sono arrivate due ambulanze del 118, una delle quali l’ha portato via girandolo su un fianco mentre lo mettevano sulla barella”.

“Su incarico del presidente della Repubblica, gli uffici del Quirinale stanno seguendo le condizioni di salute del signor Florin Damian, ricoverato in un ospedale romano dopo aver tentato di darsi fuoco in piazza del Quirinale. Il pronto intervento di una pattuglia di carabinieri in servizio sulla piazza ha evitato che l’episodio avesse conseguenze più gravi. E’ stato intanto accertato che il signor Damian – si legge in una nota – affetto da uno ‘stato ansioso depressivo reattivo, aveva già dato luogo a proteste davanti al Parlamento europeo di Bruxelles, alla Corte europea di Strasburgo e nei confronti di uffici diplomatici rumeni, organi giudiziari, organizzazioni sindacali e organi di stampa, sostenendo di essere stato ingiustamente licenziato da parte di una azienda di autotrasporti. Alla presidenza della Repubblica, il signor Damian aveva precedentemente indirizzato una lettera aperta a cui era stata data risposta. Nell’occasione il caso era stato segnalato al Servizio sociale di Torino e alle competenti istituzioni territoriali, per gli opportuni interventi di sostegno”. 

Due mesi fa era morto, dopo otto giorni di agoni, Angelo di Carlo, 54 anni, originario di Roma, che l’11 agosto si era dato fuoco davanti a Montecitorio, per protestare per il suo stato di disoccupazione: da anni lottava con la precarietà. Anche di Carlo era stato ricoverato all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, ma le sue condizioni, con ustioni sull’85% del corpo, erano apparse subito disperate. L’operaio era arrivato in piazza Montecitorio di notte, aveva tirato fuori una bottiglia colma di liquido infiammabile e se l’era versato addosso, poi con un accendino si era dato fuoco. Avvolto dalla fiamme si era lanciato verso l’ingresso della Camera dei Deputati. Anche in questo caso i carabinieri, sempre presenti nella piazza, era intervenuti con gli estintori riuscendo a spegnere quel corpo diventato una torcia. Nello zainetto che aveva c’erano, due lettere, una per il figlio, cui aveva lasciato 160 euro.