Politica

Legge di Stabilità, nella nuova bozza tocca a finanza, scuola e lavoro

Una tripletta di novità, quella contenuta nella nuova versione della manovra, che non promette nulla di pacifico per lunedì prossimo,quando il testo approderà in Parlamento. Arrivano Tobin Tax, aumento di un terzo dell’orario di lavoro degli insegnanti e addio alla riduzione delle tasse sul lavoro

Quale sia la carota e quale il bastone decidetelo voi: colpiti ad alzo zero finanza, scuola e lavoro nel suo complesso. Una tripletta di novità, quella contenuta nella nuova bozza del Dl Stabilità, che non promette nulla di pacifico per lunedì prossimo, quando il testo approderà in Parlamento. Arrivano Tobin Tax, aumento di un terzo dell’orario di lavoro degli insegnanti e addio alla riduzione delle tasse sul lavoro.

TOBIN TAX. La più clamorosa, sul tavolo in Europa da tempo, agognata da anni da buona parte della sinistra è più popolare delle tasse proposta, la Tobin tax. Un bollo dello 0,05% su tutte le operazioni di compravendita di titoli azionari e derivati che dovrebbe partire da gennaio prossimo. E’ sufficiente che l’azione sia di imprese italiane o che lo sia la residenza dell’operatore. Si salvano i titoli di Stato e – sembrerebbe – in generale le obbligazioni. L’importo del bollo è diviso tra compratore e venditore. Immaginando un piccolissimo trader, di quelli fai da te, e ipotizzando che sposti ogni giorno centomila euro per fare tra acquisti e vendite di titoli, ogni volta che farà click lascerà un pegno di 25 euro. Dieci operazioni al giorno? Duecentocinquanta euro. Considerando, che i volumi trattati dai professionisti della finanza sono decisamente maggiori sembra un vero duro colpo alla speculazione. Magari tardivo, visto che c’è rimasto poco su cui scommettere, ma secondo gli operatori, può fruttare anche 1 miliardo di euro all’anno.

Bozza dl stabilità 10 ottobre from ilfattoquotidiano

SCUOLA MENO POPOLARE, LA BOTTA AGLI INSEGNANTI. Passano, come anticipato dal ministro Francesco Profumo, dalle 18 alle 24 ore di servizio alla settimana. In cambio, il Dl regala 15 giorni di ferie in più. Numeri pesanti, fermo restando le altre ore di lavoro che ordinariamente vengono spese a correzione dei compiti a casa, si tratta per ciascun insegnante di aggiungere un terzo del carico di lavoro in più a parità di stipendio. Ma se gli insegnanti a lavoro hanno di che lamentarsi, ancor più quelli che a causa di questo provvedimento resteranno a casa. Se la matematica non è un’opinione, quando gli insegnanti lavoreranno un terzo in più, serviranno un terzo degli insegnanti in meno. Secondo la Flc, comparto scuola della Cgil, l’effetto immediato è il taglio di 25.000 cattedre con un riduzione di spesa nel comparto scuola per oltre un miliardo di euro. “Tagli mascherati” anche secondo l’onorevole Rosy Bindi che si prepara a dare guerra al provvedimento in aula: “La scuola ha già dato molto e non è il caso di chiedere ulteriori sacrifici. Soprattutto quando si presentano come uno stravolgimento del contratto, nello stesso anno in cui non sono stati pagati gli scatti e molti di loro si sono visti sfumare la pensione”.

CUNEO FISCALE. Ce n’è anche per far arrabbiare Confindustria. Sconti sul cuneo fiscale addio. La precedente versione della Legge di stabilità prevedeva una flebile ipotesi di ridurre le tasse sul lavoro, quelle che pesano in busta paga e che rendono il costo del personale la principale spina nel fianco dei bilanci delle imprese. Sono le somme destinate alla detassazione sui contratti di produttività e che sarebbero state dirottate in caso di naufragio del provvedimento. Se accadrà, ossia se non sarà varato entro il 15 gennaio, finiranno al “miglioramento dei saldi di finanza pubblica”, ossia a ministero del Tesoro.

Per il momento, invece, nonostante le indiscrezioni che andavano in senso opposto, resta confermata la “tassa Impregilo”, ovvero i 300 milioni di euro che verranno utilizzati per le penali da pagare per la mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. A tutto beneficio della società di costruzioni di Pietro Salini e del gruppo Gavio, peraltro in guerra tra loro, che in quanto capofila del consorzio che aveva vinto l’appalto, incasserebbe la non trascurabile somma senza neanche fare i lavori.