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Crisi, Draghi: “Va meglio”. Squinzi: “Peggio di noi solo Irlanda e Grecia”

Il presidente della Banca centrale europea lo ha confermato nella conferenza stampa al termine dell'assemblea annuale dell' Fmi, a Tokyo. Il calendario prevede la nascita del sistema di vigilanza a gennaio 2013. E il ministro dell'Economia Grilli afferma: " La recessione toccherà il fondo nei primi tre mesi del 2013""

Per il presidente della Bce Mario Draghi, sulla crisi dell’Eurozona “la situazione migliora e ci sono segnali di ottimismo”. Eppure per il ministro Vittorio Grilli il momento peggiore non è ancora arrivato. Secondo il titolare dell’Economia infatti, la recessione “toccherà il fondo nei primi tre mesi del 2013”. Draghi, a Tokyo come il ministro per l’assemblea annuale dell’Fmi, a Tokyo ha spiegato che potrebbero volerci “da uno a due anni” per attuare il sistema di vigilanza bancario dell’Eurozona. A parlare della crisi e delle sue conseguenze anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che da Prato per il XIII Forum della Piccola Industria ha affermato: “La crisi economica continua ad essere molto grave. Dal 2007 il Pil italiano ha già perso il 7%. Peggio di noi – ha spiegato Squinzi – hanno fatto solo Irlanda e Grecia“. 

“Per abitante – aggiunge Squinzi – è tornato ai livelli 1998. La produzione industriale è calata del 22% e in tanti settori del 30-40%, più di mezzo milione di persone ha perso il lavoro”. Se guardiamo ai soli giovani “la cifra quasi si triplica” avverte il presidente degli industriali. 

Grilli ha inoltre parlato dell’allarme occupazione arrivato dai lavori dell’Fmi che stima per l’Italia un tasso di disoccupazione all’11,1% nel 2013 contro una media Ue dell’11,5%: ”La disoccupazione è salita ovunque”, ha spiegato, anche a causa del ciclo economico negativo, ma “in Italia meno che in altri paesi, tant’è che siamo sotto la media Ue”. Il ministro non ha comunque nascosto la sua “preoccupazione”: è necessario, ha detto, “che le riforme strutturali funzionino al più presto”. Grilli ha poi spiegato che “l’Italia non ha il fiscal gap che altri hanno con il deficit al 5 o al 10%. Noi abbiamo un bilancio in pareggio strutturale. Non ci servono fondi”. E su possibili aiuti chiesti dal nostro Paese, è stato categorico: “Se non ti servono fondi perché chiederli?”.

Dal comitato direttivo dell’Fmi arriva l’esortazione affinché “nell’area euro sono stati fatti notevoli progressi ma sono necessarie ulteriori misure per contenere la crisi del debito”. “Ci auguriamo una tempestiva attuazione di un’unione fiscale più forte” e “riforme strutturali per rafforzare la crescita e l’occupazione a livello nazionale”  sostengono dal Fmi. “Dobbiamo agire con decisione per rompere anelli di retroazione negativa e ripristinare l’economia mondiale su un sentiero di crescita forte, sostenibile ed equilibrata”, ha aggiunto il Comitato di indirizzo strategico del Fmi in cui siedono ministri e governatori delle banche centrali. Infatti, hanno concluso, “la crescita globale ha rallentato e incertezze sostanziali e rischi al ribasso restano”.