Piacere quotidiano

Vino e intransigenza, arrivano le bottiglie certificate “100% vegetariane”

Pochi sanno che durante la fase che porta la bevanda dalle vigne alla nostra tavola vengono usati, nella lavorazione, prodotti di derivazione animale. E' per questo motivo che Avi e Valoritalia si sono battuti per poter ottenere un'etichettatura ad hoc

Di vino naturale e vino biologico si parla da tempo e più volte abbiamo accennato alla questione anche da queste parti. Quello che (colpevolmente, forse) ignoravamo è che da un po’ si dibatte anche attorno all’opportunità di battezzare anche un vino per vegetariani. Un prodotto, cioè, completamente libero dall’utilizzo di qualunque tipo di derivato animale durante la fase della lavorazione. Vegetariani e vegani, nel nostro paese, rappresentano ormai una fetta considerevole del mercato alimentare (si parla del 10%, dati Avi) e, per la verità, appaiono abbastanza categorici ed ostinati nel difendere la propria scelta di vita. Motivo per il quale molti decidono di rinunciare ed eliminare il vino dalla propria dieta. 

L’integralismo, in cucina come in cantina, non è sempre premiato, ma una novità annunciata nello scorso mese di settembre sembrerebbe aprire nuovi scenari. È in arrivo, infatti, il vino 100% vegetariano, garantito dalla Avi (Associazione vegetariana italiana) e da Valoritalia, principale ente di certificazione del vino italiano, già accreditato per l’etichettatura di quello biologico. La nuova classificazione dovrebbe garantire la totale assenza di prodotti o derivati di origine animale dalle bottiglie. Al centro delle attenzioni particolari, e preoccupate, di vegetariani & Co. sostanze come albumina, caseina o colla di pesce, usate nella preparazione del vino e per questo motivo a loro parere inficianti, nonostante – come ovvio – il prodotto rimanga sostanzialmente vegetale. La certificazione, volontaria, sarà concessa alle aziende vinicole che accetteranno di sottoporsi all’esame secondo i parametri stabiliti da Valoritalia. Ed è proprio questo, secondo la presidente dell’Avi, Carmen Somaschi, il valore aggiunto della nuova etichetta: “Il nostro mercato – ha spiegato – è una realtà in crescita e ci siamo resi conto che va tutelato anche per quanto riguarda il vino. Da qui la scelta di metterci al lavoro con Csqa e Valoritalia per un disciplinare che adesso è vicino alla fase di definizione”.

I vegetariani, e forse anche gli altri amanti del vino, saranno soddisfatti grazie a questa novità di non doversi affidare a poche ed isolate aziende artigianali. A noi, osservatori interessatissimi, non resta che aspettare qualche tempo e monitorare la situazione, per conoscere (e magari assaggiare) le prime bottiglie di vino “100% vegetariano”.

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