Politica

Il Tesoro: “Manager indagati via dalle aziende pubbliche e paghino i danni”

Il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, chiede maggior vigilanza e applicazione delle regole anche per i manager di società pubbliche coinvolti in vicende “penalmente rilevanti”. E dà le indicazioni per iscritto ai vertici di Tesoro e Ragioneria chiedendo indagini interne ma anche possibili revoche da incarichi e richieste di danni

La misura è colma anche per il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che chiede maggior vigilanza e applicazione delle regole anche per i manager di società pubbliche coinvolti in vicende “penalmente rilevanti”. Con una lettera inviata ai vertici di Tesoro e Ragioneria, secondo quanto riportato dall’Ansa, Grilli fornisce indicazioni chiedendo indagini interne ma anche possibili revoche da incarichi e richiesta di danni.

La lettera, inviata in questi giorni al direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via e al Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, chiede l’applicazione di un crescendo di misure: prima l’attivazione delle strutture di audit interno e degli organismi di vigilanza; poi, verificati anche i danni di immagine per la società, la possibile revoca dall’incarico da parte dell’assemblea dei soci e la verifica di “azioni sociali di responsabilità”. Azioni peraltro normalmente previste per tutte le aziende private.

Tutto nasce, come riporta la missiva, da “recenti notizie di stampa sul presunto coinvolgimento di amministratori di società pubbliche in fatti penalmente rilevanti”. Tra queste, secondo alcune indiscrezioni, vi sarebbe l’inchiesta della procura di Roma su una maxi tangente da 500mila euro per l’acquisto di 40 autobus destinati alla Capitale che coinvolgerebbe, al momento come indagato, un top manager di un’azienda pubblica, l’amministratore delegato dell’ente Eur, Riccardo Mancini.

“Reputo opportuno che, in disparte la possibilità delle dimissioni spontanee dei soggetti coinvolti, venga adottata, nell’esercizio dei poteri dell’azionista, ogni iniziativa affinché gli organi societari, nel rispetto delle proprie competenze, effettuino i dovuti approfondimenti istruttori, con il coinvolgimento delle strutture di audit interno e degli organismi di vigilanza”, scrive il ministro. Grilli chiede quindi che “avuto riguardo agli elementi in possesso delle società nonché delle risultanze istruttori, si abbia cura di adottare provvedimenti più opportuni per garantire l’efficienza delle aziende e l’immagine delle stesse, al fine di preservare il valore delle società e tutelare i diritti dell’azionista”.

Senza entra nel merito dei poteri dei cda di revocare le deleghe, ma anche di quelli del manager di rassegnare le dimissioni, il ministro dell’Economia chiede però che di avere “cura di verificare, in presenza di comportamenti non rispondenti ai canoni di lealtà, correttezza e trasparenza, o di violazioni del codice etico, se si configurino i presupposti per revocare da parte dell’assemblea dei soci la nomina degli amministratori coinvolti”. Parallelamente, conclude la lettera firmata dal ministro, andrà verificata l’eventuale sussistenza dei presupposti per promuovere da parte degli azionisti l’azione sociale di responsabilità”, in pratica la richiesta di rimborso dei danni che sono stati provocati.

”La mia lettera non si riferisce a nessuno in particolare e a tutti in generale”, ha commentato Grilli da Berlino.