Tecnologia

Italia sotto attacco dei cyber-criminali: “Violazioni nel 44% dei computer”

Secondo il rapporto Kaspersky Lab 4 utenti su 10 sarebbero stati attaccati nei primi sei mesi dell’anno. La media è intorno al 33%. Il nostro Paese seguito da Spagna e Stati Uniti. Dati d’accesso a conti bancari, carte di credito e PayPal gli obiettivi principali

Nonostante nel Web Index l’Italia occupi solamente la 23esima posizione, il Bel Paese sembra essere la nazione più contesa tra i cyber-criminali di tutto il mondo. Stando al rapporto emesso dai laboratori Kaspersky, azienda russa specializzata nella realizzazione di software antivirus, l’Italia nei primi sei mesi dell’anno si è conquistata la “maglia nera” come nazione più colpita da attacchi informatici in tutta l’Europa occidentale e Nord America. Se la media degli attacchi nel bacino osservato si attestata intorno al 33% (1 computer su 3), in Italia il dato sale fino al 44%, seguono la Spagna con il 42% e gli Stati Uniti con il 39%. Se i vicini d’oltralpe si fermano intorno ad un 36%, abbassano decisamente la media europea Austria e Germania con il 29% e ancor più Lussemburgo con 24% e la virtuosa Danimarca al 20%. Il rapporto intitolato “La geografia del cyber-crimine” ha preso in esame il numero di attacchi ricevuti rispetto alla diffusione di internet nelle varie nazioni: nonostante l’Italia sia solo al 13esimo posto con circa 29 milioni di utenti attivi, questo non ha fatto desistere i criminali informatici che hanno cercato di reperire soprattutto password e accessi bancari.

Anche lo stereotipo della rapina in banca con spari e fughe in automobile sembra essere arrivato al capolinea nell’era informatica: il “colpo perfetto” ora è compiuto direttamente da casa, cercando di sottrarre i soldi attraverso i sistemi di internet banking. Un fenomeno in rapida ascesa che oltre a facilitare le transazioni bancarie ha portato con sé anche numerosi rischi per la sicurezza dei cittadini. Nonostante le voci in circolazione continuino ad affermare che il sistema operativo dei Mac è immune da attacchi e virus, il rapporto evidenzia che nei dispositivi più colpiti sono installati Windows, Android e OS X. La maggior parte degli attacchi osservati sono stati ben mirati andando in qualche modo oltre le classiche metodologie che coinvolgono la diffusione di spam e attacchi DDoS. “La maggior parte delle nazioni in Nord America e nell’Europa Occidentale sono paesi in cui è presente un’alta influenza di internet nella vita di tutti i giorni. –ha scritto Yuri Namestnikov dei Kaspersky Lab – Praticamente tutti i cittadini hanno dei soldi depositati in conti bancari e utilizzano le carte di credito e bancomat, così come effettuano pagamenti per servizi online. I cyber-criminali hanno ottenuto i soldi dagli utenti di queste nazioni per la maggior parte delle volte rubando i loro dati di accesso ai servizi bancari o per il trasferimento di denaro. Le statistiche hanno evidenziato che la maggioranza dei pc di queste regioni sono infettati da “bot” che tengono traccia delle informazioni bancarie ed emettono dei falsi rapporti nelle scansioni antivirus”.

Così come per l’Italia, anche la Spagna e gli Stati Uniti risultano infatti essere i paesi in cui si passa più velocemente alle nuove versioni dei sistemi operativi: questo aspetto sottolinea secondo Kaspersky che gli utenti si sentono più al sicuro avendo l’ultima versione disponibile in commercio. Dall’altro canto però gli attacchi si evolvono insieme alle nuove versioni del software, diventando sempre più sofisticati e riuscendo, di volta in volta, ad aggirare le protezioni imposte con gli aggiornamenti. Stando ai primi sei mesi del 2012, in Italia 4 utenti su 10 sarebbero stati vittima di attacchi durante la navigazione su internet con un’alta percentuale di interesse nei confronti delle transazioni sul sito di e-commerce Ebay e attraverso PayPal. Prossimo stadio, secondo i tecnici della società russa, saranno le versioni mobile per l’internet banking: sempre più spesso gli utenti scelgono di utilizzare smartphone e tablet per i loro pagamenti ma non si ricordano che i loro dispositivi non dispongono di protezioni antivirus sufficienti per azioni così delicate.