Avere o essere

Milano fashion week, la pagella di Cocò Flanelle/4

Una "infiltrata" alle sfilate della settimana della moda meneghina esprime i suoi giudizi tranchant su collezioni e "vip" al seguito

La moda è fatta per diventare fuori moda ( Coco Chanel)

Non si parla d’altro. E, accidenti, me la sono persa. Nicole Minetti, consigliere regionale Lombardia, modella per caso. Voto 3

E adesso che a nessuno venga in mente di far sfilare i 180 chili di stazza di Franco Fiorito (l’altro consigliere regionale del Pdl in Lazio coinvolto nello scandalone dell’uso distorto di soldi pubblici) alle prossime sfilate uomo. Perché é così che si ragiona in quegli ambienti là, scegliere un testimonial da urlo mediatico, se inquisito, ancora meglio, pur di far parlare del brand. Ma io non ci sto e il marchio non lo cito neanche sotto tortura. Un altro brand (che non cito) invece fa sfilare, vi prego trattenetevi, nientepopodimeno che il fidanzato della Belen. Devo fare una ricerca su google per ricordarmi come si chiama (Stefano De Martino). Voto 4

Elisa De Francisca con Roberta Corti

Ragiona a voce alta Roberta Corti, stilista emergente dei costumi da bagno Playa (questo lo cito apposta) che come testimonial ha scelto Elisa De Francisca, medaglia d’oro nel fioretto alle ultime Olimpiadi: “Non ho voluto fidanzate di…, amanti e mantenute di… Ho voluto una faccia pulita, non rifatta. Una ragazza semplice che si è fatto il mazzo (lo posso dire?) per arrivare dove è arrivata e continua a farselo con sei ore di allenamento al giorno. Un modello autentico per le nuove generazioni”. Voto 7

Si cambia parterre. Ma cosa fa Ferragamo? Copia Gucci? Sussurri e grida alla sfilata del primo, reo di aver scopiazzato giacche, redingote, gonne a portafoglio e fibia, insomma tutto. Dà di gomito un’esperta del settore alla sua vicina di seduta: “Lo sai che la stylist di Ferragamo è la stessa che lavorava da Gucci l’anno scorso?” La stylist, solitamente americana o francese, (raramente italiana. Perché non sanno tenere la bocca chiusa) è l’eminenza grigia di ogni sfilata, un art director che lavora nell’ombra e detta legge. Voto 4

Almeno Armani è sempre fedele al suo stile, troppo fedele. Non si fa imbeccare da nessuna stylist. Certo, spesso sfila la noia. Armani, ex-vetrinista della Rinascente, il decano della moda, anni 78, è come la Nutella, sempre uguale a se stessa. C’è a chi piace e chi è allergico. Intanto mette in mostra anche Eccentrica, con pezzi-cult delle collezioni e i costumi/corazza disegnati per Lady Gaga. Voglia di svecchiarmi tanta. Voto 6

La Tshirt di Pokemaoke

Punti di vista. Sull’outing di Diego Della Valle (spiritose le Tod’s usate come soprammobili a Villa Necchi) rivolto alla Fiat di Marchionne: “La crisi esiste per chi non ha nulla da vendere”. Vabè, ma non poteva parlare prima? Voto 5

Comunque, boutade applicabilissima anche a molti, ma molti stilisti del made in Italy, abilissimi venditori di aria fritta.

Largo ai giovani. Ha 26 anni l’appena emersa Benedetta Setti, texile designer, e già firma una collezione tutta sua di foularoni multitasking “La Maison LB”. Di impalpabile seta e cachemire che sembrano spiccare il volo. Uno è già arrivato al collo di Jennifer Lopez. Voto 8

Voglio finire con il brand Pokemaoke (geniale gioco di parole), loro si mettono le scarpe in testa e alla Minetti dedicano la Tshirt con scritta: “Tutti i miei risparmi sono appesi nel mio armadio”. Anche certi scheletri. Da aggiungere alla prossima collezione. Voto 9

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